(di Red) – A voler approfondire la vicenda Terme di Stabia non ci vuole poi tanto, basterebbe impegnarsi, e neanche più di tanto, in una ricerca storica tra i verbali dei consigli comunali che si sono tenuti in quel di palazzo Farnese. E basterebbe anche ripercorrere la storia delle reiterate richieste delle opposizioni, inoltrate per discutere e confrontarsi sul tema, che sono rimaste inevase a seguito della “mancanza di numero legale” per poter svolgere i lavori. Informarsi bene, sugli argomenti da trattare, significa poi informare con correttezza i lettori ed i cittadini, tanto al fine di non raccontare bufale e supercazzole che pregiudicano in modo serio la credibilità, non solo di chi scrive ma di tutta la categoria che svolge con passione e serietà questo lavoro. L’anno 2012 è stato l’ultimo anno in cui ha funzionato lo stabilimento Termale e infatti ha chiuso, regolarmente i battenti, a far data dal 20 dicembre proprio così come era accaduto per tutti gli anni precedenti. La differenza, rispetto agli anni precedenti, consisteva che il 29 novembre era stata sfiduciata un’amministrazione e, a seguito del voto contrario espresso sul bilancio di previsione, era stata commissariata dalla Prefettura di Napoli che nominò la dottoressa Rosanna Bonadies. La Bonadies, nonostante le pressioni di tutte le forze politiche e sociali cittadine, non volle assumersi la responsabilità di dar luogo alla ripresa delle attività nell’anno 2013. Poi l’elezione di Nicola Cuomo a sindaco fece il resto, e dagli impegni assunti in campagna elettorale attraverso il famosissimo slogan :“Mio nonno le ha costruite ed io non le chiuderò mai”, si passò quasi contestualmente alla sua elezione alla messa in liquidazione di Terme di Stabia, senza passare nemmeno per il consiglio comunale, tanto accadeva precisamente nel mese di novembre di quell’anno. Una grana che, giorno dopo giorno, non lasciava intravedere nulla di buono, poi l’idea di promuovere un bando per l’affidamento temporaneo dei servizi termali ad un privato in attesa della pubblicazione di un bando europeo. Il bando fu pubblicato il 2 di ottobre 2014 e concluse il suo iter nel mese novembre dello stesso anno ed, a vincere quella manifestazione di interesse, fu una società stabiese alla quale fu dato in affidamento il servizio così come previsto dal bando. Poi il ripensamento, una nuova strategia passa attraverso le oscure stanze del PD stabiese, e viene revocato l’affidamento in modo repentino e immediatamente si fa strada l’idea di promuovere una proposta di “Concordato Preventivo” affidandone l’elaborazione e la responsabilità gestionale ad un gruppo di rampanti professionisti piddini, e fu così che Ostieri, Tarzia, De Fusco, ed altri, tra cui il poliedrico cognato del sindaco, Paolo Giugliano, si misero al lavoro(all’epoca si affermava che lo avrebbero fatto a titolo gratuito) al fine di elaborare una proposta di “Piano Concordatario” basata solo sul profumo ammaliante delle “Zeppole e Panzarotti” e senza prevedere alcun impegno di risorse economiche che avrebbero garantito, molto probabilmente, una sorte diversa a questa fallimentare soluzione. Purtroppo, solo dopo qualche tempo, abbiamo scoperto nostro malgrado che la stesura di questa proposta concordataria, abortita ancor prima di essere valutata dal Giudice Fallimentare, è costata un occhio dalla fronte, non solo alla città, ai lavoratori termali violentati, illusi, abbandonati e stuprati, così come l’azienda Terme, da questo PD inetto, incapace ed inadeguato a governare ancora la nostra martoriata Castellammare. Il resto? Lo spiegheremo in seguito!(Fine della prima parte)

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