(di Red) – Altro giro altra corsa, e altro incidente su via Cosenza, altezza stadio Romeo Menti. Infatti, intorno alle 12,30 all’altezza della statua di padre Pio, un’autovettura proveniente dal ponte San Marco e diretta verso il centro città ha investito una signora, facendola letteralmente volare e la poveretta, dalla parte anteriore della vettura. si è ritrovata sbalzata a terra nella parte inferiore dell’automobile investitrice. Una scena da brividi, soccorsa prontamente dal guidatore la sfortunata ha riportato ferite e contusioni in diverse parti del corpo. Un copione, quello degli incidenti su questo tratto di strada, ormai diventato familiare nelle ore di minore intensità di traffico, in realtà via Cosenza è una strada di rilevante importanza per il collegamento con Gragnano, Sant’Antonio Abate e paesi limitrofi, per cui è destinata a smaltire un notevolissimo flusso di auto. A tale importante peculiarità di questa strada non corrisponde un’adeguata segnaletica né verticale, né tantomeno orizzontale, con strisce pedonali ormai diventate invisibili che, in sinergia con l’irresponsabile guida di automobilisti attratti dall’amore per la velocità indiscriminata, la trasformano in una pericolosissima pista mortale teatro di gravissimi e sanguinosi incidenti in questi primi sei mesi dell’anno. L’amministrazione comunale ha il dovere di porre rimedio a questa inarrestabile serie di investimenti che, iniziando in particolare da una cinquantina di metri prima della chiesa e fino all’incrocio con via Cicerone, rappresentano un rischiosissimo tratto per la vita di pedoni ciclisti e ciclomotori. Annamaria De Simone, consigliere comunale della lista Cimmino Sindaco ha chiosato: “E’ diventato un tratto di strada a rischio vita per i cittadini del quartiere, in particolare poi per anziani e bambini che, numerosi, frequentano l’unico punto di aggregazione costituito dalla parrochhia San Marco, per cui diventa improcrastinabile la sistemazione della segnaletica con l’istituzione di dossi artificiali zebrati al fine di salvaguardare la pubblica incolumità”. 

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