terme_soldiIl fallimento delle Terme di Stabia S.p.A., ha coinvolto non solo le maestranze, ma anche l’intera economia cittadina indotto compreso, purtroppo la scelta del fallimento si è rivelata improvvida, pasticciata, tant’è che numerose sono le questioni pendenti presso vari Tribunali del comprensorio, nonché presso la stessa Procura Oplontina.

Oggi l’attuale Governo cittadino a suo dire, intende procedere ad una privatizzazione  dei compendi termali, cosa che non ha mai trovato in disaccordo le maestranze, anche negli svariati tentativi di privatizzazione tentati nel corso del tempo.

Le questioni che oggi, intendiamo sottoporre alla Vostra attenzione, vertono sopratutto sulle modalità o presunte tali, che il Governo cittadino intenderebbe adottare nel redigendo bando di privatizzazione.

Per meglio chiarire cosa è avvenuto, cosa potrebbe accadere, è opportuno fare una breve sintesi circa la questione Terme di Stabia, al fine di focalizzare i punti sui quali poi richiederemo un Vostro autorevole intervento, al fine di fare luce e chiarezza su una triste vicenda.

Terme di Stabia si costituisce il 11/07/1964, la Società ha per oggetto: “l’esercizio e l’uso dei complessi patrimoniali termali siti in Castellammare di Stabia, costituita dalle terme comunali di proprietà del Comune, ivi compresa l’utilizzazione delle sorgenti interne al complesso  comunale, nonché quelle esterne…………………. nonché dalle Nuove Terme di proprietà della Società Immobiliare Nuove Terme di Castellammare di Stabia ed ogni attività industriale e commerciale diretta alla migliore utilizzazione  e valorizzazione  delle acque di Castellammare di Stabia” (rif. Statuto societario, Oggetto sociale, depositato presso Camera Commercio Napoli).

Questa premessa smentisce già in maniera netta e chiara, quanto asserito dal Vice Sindaco del Comune di Castellammare di Stabia, nel verbale redatto in data 20 c.m., ove lo stesso dichiara “I lavoratori sono legati a Terme di Stabia e non ad Antiche Terme (terme comunali), ma pensiamo che chiarisca ai destinatari della presente come il Governo cittadino, voglia sovvertire e modificare la realtà documentale e storica.

La questione però non attiene solo a questa prima affermazione, anzi assurge contorni alquanto bizzarri, ove sempre e comunque nel verbale richiamato, lo stesso Vice Sindaco, continua ad affermare che: “Bisogna fare necessariamente il bando, che è soggetto al controllo A.N.A.C. e pertanto, non è possibile inserire clausole sociali, altrimenti sarebbe bocciato dall’A.N.A.C.” .

Tale affermazione, appare pretestuosa e non conforme a quanto la giurisprudenza in materia, ha sentenziato, ai pareri espressi dalla stessa A.N.A.C..

Il Decreto legislativo 18 aprile 2016, n° 50, all’art. 50 prevede che:

(Clausole sociali del bando di gara e degli avvisi)

1.Per gli affidamenti dei contratti di concessione e di appalto di lavori e servizi diversi da quelli aventi natura intellettuale, con particolare riguardo a quelli relativi a contratti ad alta intensità di manodopera, i bandi di gara, gli avvisi e gli inviti possono inserire, nel rispetto dei principi dell’Unione europea, specifiche clausole sociali volte a promuovere la stabilita’ occupazionale del personale impiegato, prevedendo l’applicazione da parte dell’aggiudicatario, dei contratti collettivi di settore di cui all’articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81.

Quindi già in partenza la clausola sociale, è uno strumento posto a difesa dei lavoratori, non uno strumento contro, ma a supporto del citato articolo, sono intervenute sentenze significative della Magistratura Amministrativa, come quella del TAR Puglia, sez. II, con sentenza del 1° dicembre 2014, n. 2986, promuove l’impiego della clausola di salvaguardia del personale.

In tale sentenza, osserva il Tribunale – la delibera  “si limita a conservare lo status quo ante e non valica i limiti della clausola sociale,nel senso che “non crea nuovi diritti, ma conserva quelli esistenti” nel pieno rispetto dei principi generali in materia.

Il Consiglio di Stato, ha asserito che “la c.d. clausola sociale va interpretata nel senso che l’appaltatore subentrante deve prioritariamente assumere gli stessi addetti che operavano alle dipendenze dell’appaltatore uscente, a condizione che il loro numero e la loro qualifica siano armonizzabili con l’organizzazione d’impresa prescelta dall’imprenditore subentrante” (Cons. Stato, sez.V, sentenza n. 3900/2009).

L’A.N.A.C. si è espressa con due pareri n° AG 19/13 e AG 20/13 del 13 marzo 2013, si è pronunciata successivamente anche di recente sul punto, con il parere n. 30/2014 del 6 giugno 2014, ove è posta in luce l’inderogabile necessità che, la clausola sociale non abbia incidenza sulla fase di gara.

In conseguenza di ciò, la clausola sociale è legittima se opera sul piano di un’indicazione preferenziale, di modo che essa può spingersi fino a prevedere un obbligo di priorità nella riassunzione di personale da parte del nuovo gestore,purché non imponga automatismi tali da inficiare la libertà dell’imprenditore nell’organizzare la propria attività d’impresa.

Questo secondo punto, chiarisce e smentisce le questioni pregiudiziali ed i paletti politici posti dalle dichiarazioni del Vice Sindaco avallate dal Sindaco.

Le questioni poste in sintesi alla Vostra attenzione, inducono a richiedere in ordine alla complessa questione societaria, alla palese volontà del Governo cittadino, di non voler in alcun modo tutelare i lavoratori, anzi creare ancora di più una frattura sociale, lavorativa, cittadina, che non pone alcuna base per il rilancio del termalismo cittadino, anzi crea i presupposti per acuire il disagio sociale e non solo.

Al netto delle questioni citate, gli scriventi sono attualmente collocati nelle liste di Mobilità Regionale, come da provvedimento approvato dalla Sottocommissione Mobilità della C.R.L. Campania in data 01/10/2015, ai sensi delle procedure connesse alla Legge 223/91 art.24, come risulta dagli atti dei Centri per l’impiego cui siamo iscritti.

In ordine alle questioni poste, gli scriventi richiedono alle S.S.V.V.I.I. quanto segue:

  1. All’A.N.A.C. di voler esprimere in via generale un suo parere, se l’inserimento di una clausola sociale in un bando pubblico (nel rispetto dei principi dell’Unione europea) sia causa di bocciatura a prescindere dal parte dell’A.N.A.C. medesima, come citato dal Vice Sindaco del Comune di Castellammare di Stabia;
  2. Alla Regione Campania, nelle persone dei destinatari della presente, richiediamo cortesemente di voler convocare con urgenza un tavolo di confronto tra le parti, per discutere delle questioni inerenti il termalismo cittadino, alla luce anche degli impegni presi dal Presidente De Luca con i lavoratori termali in campagna elettorale, presso lo stabilimento delle Antiche Terme;
  3. Al Prefetto di Napoli, tramite i suoi uffici di voler supportare le ragioni della nostra richiesta d’incontro, poiché la tensione sociale, oramai ha raggiunto limiti non più sopportabili, pertanto, richiediamo una fattiva collaborazione;
  4. Alla Procura della Repubblica, richiediamo che i fatti citati siano tenuti in debita considerazione, alla luce anche delle denunce e delle indagini in corso, in particolare sulla questione inerente la restituzione delle Antiche Terme avvenuta in data 12 settembre 2014 dal Liquidatore Dott. Fulvio Sammaria (Prot. 39414 del 18/09/2014);
  5. Al Governo cittadino ed i Capigruppo Consiliari, di voler prendere in considerazione quanto previsto normativamente, senza acuire ulteriormente una vicenda già di per sé complessa.

Siamo consapevoli che il governo di una crisi, sia cosa complessa e difficile per chiunque, Noi faremo sempre e comunque la nostra parte, saremo sempre vigili su tutte le azioni che                            quest’ Amministrazione porrà in campo.

Non vogliamo generare tensioni, scontri, chiediamo da tempo rispetto e dignità, poiché riteniamo che il fallimento di Terme, abbia annientato la dignità ed il rispetto, dissolvendo con scelte improvvide la storia del Termalismo cittadino e l’economia indotta.

Siamo pronti a qualsiasi confronto, a patto che il lavoro sia posto al centro dell’attenzione, senza porre paletti strumentali, che nascondono di fatto una difesa populistica del lavoro,  non consentendo a nessuno di ritornare ad uno status di lavoratore dignitoso.

Attendiamo fiduciosi un Vostro celere e cortese riscontro in merito, nell’attesa porgiamo cordiali saluti.

Castellammare di Stabia li, 27 Ottobre 2016                                   I lavoratori Termali

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