Il Presidente dell’Ente Idrico Campano nel corso di un’intervista con Acea sul tema dell’analisi di materialità: «La parola d’ordine, in questa fase, deve essere ‘parsimonia’. Centrali le esigenze delle fasce più deboli della società»

«Le istituzioni pubbliche devono svolgere in maniera ancora più puntuale la loro funzione stringendo un nuovo patto con i cittadini che in questa fase sono impauriti per gli effetti della pandemia non solo sulla salute, ma anche sull’economia e quindi sulla stessa sopravvivenza. La parola d’ordine deve essere ‘parsimonia’ e deve guidare l’azione di chi ha responsabilità di governo». Così il Presidente dell’Ente Idrico Campano Luca Mascolo nel corso dell’intervista di questa mattina con Acea per discutere sull’analisi di materialità, ovvero il processo per l’identificazione dei temi di natura economica, di governance, sociale e ambientale più rilevanti per l’azienda e gli stakeholder, che emergono dall’analisi del contestoe vengono definiti tramite il confronto con le parti interessate. 

L’analisi del contesto da Covid-19 ha previsto lo studio di documenti che definiscono lo scenario attuale (internazionale, europeo, governativo e di sostenibilità) al fine di identificare ed evidenziare le tendenze in atto e quelle da considerare nella definizione della «nuova normalità» post emergenziale. 

«Il tema della sostenibilità ambientale è destinato ad assumere una rilevanza ancora maggiore. L’Ente Idrico Campano lavora per farsi trovare pronto alle sfide future anche tenendo in considerazione l’impatto del mutato quadro economico-sociale post covid sulla vita quotidiana dei cittadini. A breve approveremo il Piano d’Ambito Regionale, un traguardo storico che costituisce la pietra miliare sulla quale costruire un servizio idrico integrato moderno ed efficiente in Campania».

Un passaggio importante è stato dedicato alle recenti elezioni per il rinnovo del consiglio di 10 membri del Distretto Sarnese-Vesuviano. «La contrapposizione tra chi vorrebbe una gestione pubblica della risorsa idrica e chi invece, con un sostegno a fantomatiche liste pro GORI persegue l’intento opposto, è immaginaria e frutto di un’interpretazione fantasiosa e populistica del concetto di acqua pubblica che, purtroppo continua a fare breccia anche in rappresentanti delle istituzioni pubbliche. Un’interpretazione strumentale, ancora più inaccettabile in questa fase così delicata di emergenza. Tra l’altro l’EIC viene spesso tirato in ballo, da questi sedicenti sostenitori dell’acqua pubblica, come compagno di merenda del legittimo gestore del servizio idrico del Distretto Sarnese Vesuviano per chissà quali loschi affari. Lo voglio ribadire ancora una volta e lo farò fino a che avrò un briciolo di voce: sono un convinto sostenitore che la gestione della risorsa idrica deve rimanere pubblica. Ma non è nella battaglia populistica “No Gori” che si trovano le soluzioni alle annose problematiche dei sistemi fognari e depurativi del bacino sarnese-vesuviano. Bisogna assumere con sano pragmatismo la consapevolezza che GORI Spa è una società mista pubblico-privata alla quale il soppresso Ente d’Ambito ha affidato l’intera gestione del servizio idrico integrato fino al 2032. Da un lato dunque è necessario accelerare per completare gli interventi per il disinquinamento del fiume Sarno e raggiungere così la migliore gestione del servizio idrico integrato in quell’area. Dall’altro immaginare un percorso amministrativo che, eventualmente, possa far lievitare la quota di partecipazione pubblica ben oltre il 51%». 

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