(Red) – Una storia allucinante è quella degli immobili Termali di SINT che oggi si presenta, sotto la scure di una sentenza giudiziaria, ai cittadini di Castellammare di Stabia. Gli albori di questa storia risalgono al novembre del 2013 proprio quando il sindaco PD, neo-eletto appena 5 mesi prima, Nicola Cuomo decise unilateralmente, e senza passare per il Consiglio Comunale, di mettere in liquidazione la società Terme di Stabia S.p.A.. Una decisione maturata, a suo dire, dopo aver valutato l’immensa massa debitoria di un’azienda che, per molti anni, è stata considerata dal centrosinistra stabiese il “bancomat elettorale” sia della politica scellerata che degli sprechi, oltre che di un abominevole clientelismo politico figlio della consolidata e sinistroide cultura del “tanto Pantalone paga”. Quella di Cuomo fu una scelta che, secondo radio marciapiede, sarebbe stata consigliata e fortemente voluta dal suo “Consigliere Economico” di allora, nonché capo del suo staff al comune ed al quale risultava legato anche da vincoli di parentela acquisita che, nel caso di specie, gli accreditava la necessaria fiducia nello svolgimento di un ruolo cruciale e strategico, ed infine “SINTetizzata” dalle SCELTE ancor più sciagurate del suo amico e pupillo, Biagio Vanacore, che, proprio nei primi giorni di agosto del 2013, aveva nominato Amministratore Unico di Sint. Infatti, determinante e complementare, ai fini del risultato della sentenza della Corte di Appello di Napoli, è risultato il “rifiuto” opposto da VANACORE nel NON accettare, dalle mani del curatore fallimentare di Terme di Stabia, dott. Sequino, la riconsegna del compendio Termale(ossia dell’azienda Termale comprensiva anche delle maestranze) da parte dell’allora Amministratore Unico. Una tentata consegna che, purtroppo per la città, fu improduttivamente tentata nei primi giorni di agosto 2015 e che risultò determinante e decisiva ai fini dell’accensione del contenzioso che, al momento, vede la Sint soccombere in appello nell’attesa della decisione della cassazione. Una conclusione attesa per la prossima primavera che, come l’annunciato arrivo del vaccino Anti-covid19, potrebbe salvare il patrimonio del solaro solo nel caso di un difficile quanto improbabile capovolgimento di fronte visto che “il liquidatore”, sulla scorta del precetto contenente il pignoramento del patrimonio immobiliare termale giustamente rivendicato dai lavoratori, in ottemperanza ad una sentenza della Corte di Appello di Napoli, mi sembra che questa volta abbia proprio deciso di “fare la pipì fuori dal vaso”.     

Infatti, a tal proposito Sica ha dichiarato che: “Gli ex lavoratori di Terme di Stabia, attraverso il pignoramento notificato, chiedono di essere retribuiti per un lavoro mai fatto – spiega il liquidatore – un principio sul quale ci appelleremo ed informeremo sia la Procura che la Corte dei Conti, noi ravvisiamo un tentativo di illecito arricchimento, di fatto la Sint è oramai da circa 5 anni una società fantasma che aveva solo due dipendenti ed un mare di debiti che stava saldando con la vendita di alcuni beni non strumentali al termalismo. Ad oggi siamo bloccati anche nei conti – continua Sica – avremmo dovuto pubblicare l’ultimo bando per la struttura sportiva e terminare gli atti della vendita effettuata per i campi di tennis. Per l’ultima procedura andremo avanti, ma tutto il resto sarà congelato. La cifra da corrispondere ai dipendenti è di oltre 4milioni di euro, e per arrivare a tale somma formuleremo un piano dove si programmerà la vendita di parte o di tutti i beni termali. Non avremmo voluto arrivare a questo, chiarisce Sica, avevamo proposto ai dipendenti un’ipoteca su uno dei nostri beni in attesa della sentenza della cassazione, proposta regolarmente rifiutata con atti successivi, sebbene questi bellicosi dipendenti abbiano ricevuto da Terme tutto quanto gli spettava fino al 2015”. E che si aspettava Sica, dopo che la classe politica(?) del centrosinistra stabiese li ha trattati a calci in faccia per anni, cacciandoli con la forza anche dal consiglio comunale? Dichiarazioni senza capo e senza coda, oltre che prive di rispetto per gli ex-lavoratori, soprattutto perché l’atteggiamento di questo “liquidatore”, apparso a tratti in linea con quello dell’A.U. che lo ha preceduto, si è anche speso per la riconferma nella difesa di Sint in appello riaffidata, puntualmente, al legale di “fiducia” del Vanacore che, ma guarda un po’, pure aveva presentato una costosa parcella di circa 100.000,00 euro per seguire il vincente contenzioso nel primo grado di giudizio svoltosi nel tribunale di Torre Annunziata. Inoltre, evidentemente disinformato in materia, malgrado i notevoli sforzi di alcuni ex-lavoratori che avevano nel frattempo provveduto a tenerlo debitamente ragguagliato, ha mistificato la verità storica lanciando una vera e propria “Fake News natalizia” al fine di confondere in maniera strumentale chi, e sarebbero in pochissimi in questo caso, potrebbe essere disposto a dargli credito. Orbene, il dottor Sica dovrebbe ben sapere che, fallita la società Terme di Stabia, gli ex-lavoratori Termali restano ancora creditori di ben 17 mensilità che MAI GLI SONO STATE CORRISPOSTE da alcuno, e che gli unici emolumenti che di fatto hanno percepito consistono solo nelle 3 mensilità dovute per il licenziamento ed il TFR maturato(erogati dall’Inps), oltre che ad un “misero 9,25%”(sul totale del credito spettante) di competenze su di un vecchio credito maturato, di circa 400mila euro, e recuperato dall’Asl Na3Sud, constatato che la fetta più consistente di questa cifra è risultata essere stata assorbita dalle “competenze dei professionisti in PRE-DEDUZIONE”, che erano stati nominati dall’amministrazione Cuomo e tra i quali comparivano in bella mostra i nomi di Giugliano, Ostieri, Tarzia e ancora tanti altri professionisti magicamente targati PD. Forse si è trattato di un “lapsus Freudiano”, forse di una difesa poco convincente del legale di fiducia (Vanacoriano) in sede di Appello presso il tribunale di Napoli, ma quel che restano sono le velenose frasi al vetriolo che, in questo difficilissimo momento, un professionista del suo spessore non avrebbe dovuto mai pronunciare. Chieda scusa ai lavoratori  tutti, non si vince mistificando una verità storica ed offendendo la dignità di chi, dopo la beffa del licenziamento, dopo aver patito la fame con BEN 17 MENSILITA’ MAI RISCOSSE, rischia pure di beccarsi la “bolla” di chi, secondo le parole di Sica, starebbe esperendo “un tentativo di illecito arricchimento” ai danni della città di Castellammare dopo aver perso il proprio lavoro ed aver dovuto assistere, impotente, alla disintegrazione ed allo STUPRO del Termalismo con annessa la svendita di tutti i suoi beni immobiliari, strumentali e non, al fine di mettere una pezza all’incompetenza ed all’incapacità amministrativa di politici orfani di etica e valori miranti alla tutela del “Bene Comune”. Ma il LIQUIDATORE non poteva avanzare l’ipotesi di versare una CAUZIONE, al fine di evitare il pignoramento, e nelle more della sentenza della CASSAZIONE avviare un tavolo di sereno confronto con la parte in causa nel tentativo di addivenire ad un eventuale accordo transattivo? E al momento, e solo per il momento, chest’è!   

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