-(Carlo Carrillo) – Un noto Carosello recitava: Falqui basta la parola…….. ed oggi,dopo tanti anni trascorsi, scopriamo come questa reclame d’altri tempi sia ancora attualissima…….perchè?  Subito…..
I lavoratori termali già nel mese di Settembre, e successivamente nel mese di Ottobre 2017, hanno prodotto delle istanze alla Curatela fallimentare, ed al Giudice Delegato al fallimento dove richiedevano, allo stesso Sequino, documenti ed un incontro in quanto creditori privilegiati.
Sollecitato più volte sulla vicenda, il Curatore dott. Sequino, ha fatto perdere qualsivoglia traccia da Ottobre ad oggi.

I lavoratori termali creditori, molto determinati, si sono recati in Tribunale in una soleggiata e calda mattina di gennaio alle ore 11,30, il 18 di gennaio u.s. per la precisione, nella speranza di poter conferire con il G.D., ma purtroppo, dopo aver atteso inutilmente per circa due ore il togato davanti alla sua stanza, alle 13,15 hanno deciso di andare via con il chiaro intento di ritornare quanto prima per dar luogo a questo  ambito ed atteso confronto.
Magicamente, questa inattesa visita dei lavoratori in tribunale, ha prodotto una inaspettata quanto insperata attività del Curatore che, ricomparendo miracolosamente dall’oblio in cui aveva trovato riparo, in tarda serata, intorno alle 20,30, recuperava gli stimoli per manifestare ai lavoratori la sua radiosa presenza attraverso una comunicazione inoltrata per via telematica.
Di chi sono le responsabilità per questa “valanga di guai” che si è riversata sulle spalle di centinaia di famiglie che, attraverso le loro prestazioni lavorative, davano da campare alle loro famiglie. Eccoli in ordine di apparizione: Sammaria, Ostieri, Tarsia, Perillo, Giugliano, Sequino che, attraverso l’abile regia del Cuomo Sindaco in quanto assidui frequentatori della stessa parrocchia, sono artefici del fallimento di terme, ma sopratutto del più grande “Omicidio sociale” in danno alla collettività, alla Citta e dei lavoratori. Inoltre, tutti insieme, forse in disparte gli emolumenti del curatore, si apprestano a “cannibalizzare” quel poco di “liquidi” che restano a completamento della loro becera pianificazione. I motivi? Presto detto, invero tutti questi signori, della “Casta piddina”, hanno presentato in pre-deduzione parcelle a cifre blu, reclamando somme per un concordato fallimentare, ed atti collegati, che già dal suo esordio fu bollato come ” NON FATTIBILE GIURIDICAMENTE”.
Già solo questa definizione, elaborata ed ampiamente motivata dal G.D. Del Sorbo, dovrebbe far riflettere tutti i cittadini lavoratori compresi, sull’acclarata “inadeguatezza” di questi signori che, asserviti al potere, hanno lavorato per l’annientamento del termalismo stabiese, ed oggi ce li ritroviamo a batter cassa per la riscossione di somme moralmente discutibili.
Ma, per fortuna, anche in questa direzione i lavoratori hanno reso vita difficile ai componenti di questa incommensurabile casta presentando il conto, a questi stessi personaggi, attraverso istanze già inviate agli organi responsabili e titolari della procedura fallimentare. A questo punto, e sarebbe appena il caso, non resta altro sperare che la solerte Procura Oplontina accenda i suoi potenti riflettori su questa ennesima “Violenza sociale” perpetrata in danno ai lavoratori ed alla città. La speranza è sempre l’ultima a morire. Ah saperlo!
Castellammare di Stabia lì 20 Gennaio 2018







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