(red) – Appena tre anni orsono, in una città dell’area metropolitana di Napoli, accadeva che ad una ditta venisse affidato d’ufficio, ed in via temporanea, l’incarico di procedere alla rimozione e conferimento dei rifiuti solidi urbani subentrando ad un consorzio che gestiva il servizio e, così come stabilisce la vigente normativa a tutela dei lavoratori, anche l’intero organigramma dei lavoratori in organico, in un atto che viene tecnicamente individuato con il nome di “passaggio di cantiere”. Nel corso degli adempimenti, per procedere al completamento della pratica burocratica ed al perfezionamento dell’affidamento, la ditta subentrante pose il veto su ben 5 lavoratori, pregiudicati per reati di criminalità organizzata e di cui alcuni, in quel periodo, risultavano addirittura detenuti. Questo atteggiamento costrinse il sindaco a dover interrompere temporaneamente l’atto, producendo addirittura due ordinanze nell’arco di un brevissimo periodo, ed a rilasciare la seguente dichiarazione: “Prendo atto con profondo rammarico che a causa di criticità intervenute in sede di passaggio di cantiere tra le ditte e i sindacati non è stato possibile così come anticipatamente stabilito e annunciato dar corso al passaggio di cantiere”. Non solo, il primo cittadino si è detto anche pronto a recarsi con i dirigenti e il legale dell’ente dagli organi di Prefettura “per metterli al corrente di quanto sta accadendo sul territorio”.

Questa breve premessa, di fatti accaduti agli inizi della primavera del 2019, è mirata solo a capire come mai, in questo grande centro della provincia di Napoli, l’ex assessore all’ambiente, che aveva preceduto l’amministrazione in carica, non si era mai accorto di avere 5 pregiudicati in servizio nel Consorzio che gestiva questo delicato e particolare servizio. Ma quell’assessore non era, per caso, quello che sulla stampa e sui social si intestava la paternità di “controlli fatti per decenni in forza del controllo analogo”, quale prerogativa fondamentale dell’amministrazione affidataria? E quando, questo scienziato, svolgeva il proprio mandato risultava forse in coerenza con quanto affermato in precedenza, salvo poi successivamente accorgersi, visto che nel frattempo era diventato socio di una società che si occupa di rifiuti, che esistevano in organico dei pregiudicati x reati gravi e mettere in discussione finanche l’affidamento in quel di marzo 2019? E’ lecito chiedersi quale delle due posizioni assunte sia quella giusta? Del resto, se si gioca con la politica a fare il politico, con a monte un possibile e manifesto conflitto di interesse, si può immaginare di poter negativamente “commentare”(seguito a ruota dal like di un sindaco revisore) i provvedimenti preventivi in materia assunti in altre città, supportati dall’arroganza di credere, convintamente, di essere l’unica e vera “cattedrale nel deserto”? Ah, saperlo!

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