(di Carlo Carrillo) – Chi non ha mai visto e guardato con interesse una nave in navigazione? E chi tra tutti gli attenti osservatori non ha avuto modo di notare che ogni nave, incrociatore o naviglio da diporto, nella zona poppiera è dotata di un’asta che espone una bandiera che rappresenta la nazionalità della stesse. D’altronde non è difficile trovare informazioni e notizie al riguardo, bastano pochi minuti davanti ad un pc e, digitando “Stato di bandiera”, compare subito questa risposta: “Una nave non avente bandiera viene considerata dal diritto internazionale della navigazione una vera e propria nave pirata e rischia, in tal modo, di incorrere in pesanti sanzioni.
Secondo il diritto della navigazione, la nave segue la legislatura della bandiera a cui fa capo. Se durante la navigazione in mare aperto, a bordo di una nave battente bandiera italiana venisse commesso un reato, il colpevole verrebbe giudicato secondo le leggi dello stato italiano. Se la nave non avesse bandiera e si trovasse a navigare in alto mare, chiamata “zona di nessuno”, non ci sarebbe soluzione per poter gestire fatti criminali o molto più semplicemente non si potrebbe gestire l’intero equipaggio perché mancherebbe un ordinamento legislativo e giuridico”. Questo breve passaggio, contemplato dal Codice della Navigazione, la dice molto lunga sulla interminabile telenovela della Sea Watch 3 che, secondo quanto in epigrafe, è come se il “territorio” di un paese straniero, ignorando le regole di cortesia e rispetto, avesse invaso il territorio di un altro paese calpestandone lsovranità e indipendenza. L’Italia è uno Stato sovrano, e questa definizione è sinonimo di Stato indipendente, quindi in posizione di uguaglianza giuridica con gli altri stati e in condizione di determinare liberamente la propria politica estera che all’interno implica analoghe libertà di scelte nel rispetto del proprio ordinamento. La violenta forzatura della Sea Watch 3, supportata e sostenuta a bordo da autorevoli esponenti della Sinistra Italiana (tra cui un ex ministro della Repubblica), ci racconta di una azione prepotente, invasiva e contro le disposizioni di uno Stato violato nel proprio territorio e, secondo quanto emerso, considerato inferiore in autorevolezza a Malta, Cipro, Tunisia, Turchia, Spagna, Francia, Grecia, Germania e alla stessa Olanda dove i migranti risultavano, nientemeno, ospitati sul proprio territorio. Un violentissimo schiaffo al Belpaese, una mortificazione internazionale che si è realizzata mettendo finanche in pericolo la vita di uno sparuto gruppo di umili servitori dello Stato, stretti tra la banchina e l’aggressiva stazza di una nave che, si dice salvi gli esseri umani in mare, hanno rischiato la propria vita per adempiere al proprio dovere. Ma se Sparta piange, Atene non ride, in quanto il comportamento della Sinistra Italiana e dei Cattocomunisti, che hanno sostenuto, diretto e incoraggiato la scelta di “Capitan Uncino” a forzare il blocco imposto dal Governo Italiano, non è risultato per nulla patriottico né corretto per uomini delle istituzioni che, incitando alla disobbedienza ed alla violazione di precise disposizioni, hanno perso credibilità e onore nei confronti dei cittadini italiani. Un esempio che risulta, indubbiamente, figlio della becera Kultura di sinistra da sempre mirante a destabilizzare, sovvertendolo, l’ordine democratico del paese.

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