(di Carlo Carrillo) – Una serie di contraddizioni vanno emergendo, almeno da quello che trapela dalle indagini in corso, sulla vicenda delle assunzioni di personale effettuate dalla società che si occupava del prelievo e del conferimento dei rifiuti, nella città delle acque, attraverso una società interinale con sede nel salernitano. Operazioni che risalirebbero a primavera inoltrata del 2017, furono assunti degli stagionali che risultavano essere amici, parenti ed ex candidati, degli uomini di governo della coalizione del centrosinistra di Pannullo. Una questione già ampiamente trattata dalla seconda commissione presieduta da Rosario Cuomo diventata oggetto poi di una conferenza stampa a cui parteciparono le opposizioni con Vozza e Cimmino tra i protagonisti con la Fiom-Cgil cittadina e provinciale con Ruocco e Natale. In questi ultimi 9 anni i costi della Tari, all’epoca Tarsu, sono aumentati in maniera esponenziale, vuoi per gli effetti della ricaduta a seguito della dichiarazione di dissesto voluta da Cuomo, decisione che contribuì ad elevare le tasse alla massima aliquota praticabile, vuoi per i costi che derivano da una differenziata ai limiti di percentuali bassissime e per il costo del personale che ha dovuto registrare un aumento di unità che da 124 circa sono arrivate a circa 164. Un servizio che oggi costa, ai cittadini stabiesi, circa 17milioni di euro che per una città di circa 64mila abitanti, e 17,5 kmq, è veramente una cifra troppo alta. Oggi torna a prendere quota la polemica sulle assunzioni che, già a giugno 2017, interesso’ la procura Oplontina che, nel frattempo, ha continuato ad acquisire informazioni e notizie che potrebbero trovare impensabili riscontri su rapporti clientelari instaurati dalla politica locale. Storie di antica memoria che cominciano ad affiorare in maniera chiara e molto ben definita.

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