(Carlo Carrillo) – Una relazione al bilancio al curaro, redatta dall’amministratore unico di Sint, che rappresenta una vera mazzata per il curatore fallimentare di Terme di Stabia, dott. Massimo Sequino, in ordine ad un’accusa, lanciata sottotraccia, di mancata tutela dei beni mobili ed immobiliari del solaro. Una vicenda che emerge prepotentemente in ordine alle responsabilità sullo sciacallaggio e devastazioni avvenuti nell’ex stabilimento termale alla luce dell’abbandono di chi avrebbe dovuto, per ruolo, provvedere alla sicurezza di un bene pubblico di vitale importanza per il valore “lavoro” e per l’intera città di Castellammare, stazione termale di indispensabile importanza strategica ed economica del sud Italia. «Per quanto attiene al ruolo di azionista di Terme di Stabia – si legge nella relazione -, la suddetta società è stata dichiarata fallita in data 23 marzo 2015 non essendo passato il piano concordatario presentato al Tribunale di Torre Annunziata. Per quanto attiene al ruolo di gestore immobiliare, la Sint possiede il complesso termale denominato Nuove Terme, l’Hotel delle Terme ed alcuni appezzamenti di terreno in Viale delle Puglie. Tale complesso immobiliare per tutto il 2015 è stato detenuto dal curatore fallimentare di Terme di Stabia ed è stato riconsegnato alla società con verbale del 7-8 marzo 2016 e successivamente con verbale del 12 luglio 2016 anche tutti i contratti in essere». Questo il complesso passaggio che ha riacceso la miccia in merito alle presunte responsabilità che il Vanacore, A.U. di Sint, tenta di riversare sul groppone della curatela fallimentare, insinuando, molto finemente, che le operazioni di sciacallaggio e devastazioni siano avvenute nel periodo antecedente alla effettiva riconsegna del compendio immobiliare del 7-8 marzo 2016. Al netto della probabile assenza di un verbale di passaggio di consegne che attesti lo stato dei luoghi, ossia la fotografia degli immobili, al momento della riconsegna, ed in linea con quanto deciso dalla curatela, attraverso l’ordinanza di riconsegna immediata emanata dal giudice Del Sorbo nel luglio 2015, che ha provveduto al licenziamento del personale proprio in virtù di questa motivazione, verrebbe naturale domandarsi se tutta questa “pastetta” non sia stata messa in moto solo per procedere, unicamente, al licenziamento dei lavoratori, considerato che, realizzato questo ripugnante progetto, successivamente nessuno dei due personaggi in campo abbia provveduto ad assicurare, e garantire, la tutela dei beni di cui parliamo. Tanto oramai l’obiettivo prefissato, del licenziamento del personale, era stato ampiamente conseguito. Ma, in tutta questa vicenda, emerge un piccolo particolare di non poca importanza. Nell’ultima udienza della causa, intentata dai lavoratori contro Sint, tenutasi il 07 Luglio u.s., un testimone, ossia il rappresentante dei creditori e quindi non uno qualsiasi, dichiarò, su precisa domanda dinanzi al giudice Rocco, che il compendio immobiliare del solaro fu restituito a Sint, dalla curatela fallimentare, il 15 luglio del 2015. In ballo ci sono danni arrecati che sfiorano i dieci milioni di euro circa, per non parlare poi di quelli afferenti la mancata possibilità di produrre i servizi, una “Waterloo amministrativa” per chi avrebbe dovuto, in forza del ruolo istituzionale ricoperto, mettere in campo tutte le soluzioni percorribili per difendere e tutelare un “Bene comune” di vitale interesse per i lavoratori e della città. Chi mente e perché? Questo quesito sarà chiarito di sicuro a cura della procura di Torre Annunziata, sarà poco ma è certezza. La situazione di oggi alle Terme? Basterebbe guardare il con attenzione il reportage di “Inchiostro Online”, preparato e trasmesso da Canale 21, per capire come realmente stiano messe le cose sulla vicenda, in particolare la chiarissima dichiarazione di Costanzo Jannotti Pecci, presidente di Federterme, che si è così espresso: “Se ci fosse la reale volontà politica per definire un piano programmatico serio, io credo che, già dalla prossima stagione 2018, si potrebbe fin d’ora avviare un primo percorso di ripartenza. Infatti, se si riuscisse a fare una cosa del genere lo si potrebbe estendere all’intero comparto della regione Campania. E se consideriamo che l’Italia è il paese del termalismo, leader a livello mondiale da punto di vista termale, significherebbe di fatto porsi ai vertici del sistema termale internazionale”. Si ricomincia a fare sul serio? Ah saperlo!

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