(red) – Corsi e ricorsi storici. Giambattista Vico insegna il valore della memoria. Una memoria che è ben impressa nei verbali dei faldoni stipati negli scaffali degli inquirenti e della Procura. E che un “travagliato” reporter prova oggi a mescolare con fare affabulatorio e sottili allusioni che mal si addicono alla realtà, quella giudiziaria, raccontata in tutte le sedi ufficiali e ufficiose dai protagonisti di una vicenda risalente a tre anni orsono.
Accade così che il buon Di Martino, candidato sindaco alle elezioni amministrative del 2018, avrebbe raccontato in Procura di aver incontrato un camorrista disposto a sostenerlo in campagna elettorale, pochi giorni prima del ballottaggio, e di aver rifiutato la proposta. Una proposta che, come lo stesso Di Martino ha raccontato più volte, conteneva la richiesta di un corrispettivo di natura economica, invero una vera e propria compravendita di voti associata a quell’incontro a cui l’ex candidato sindaco, oggi capogruppo di opposizione, ha fatto spesso menzione in qualche pubblica occasione. Una proposta di natura economica che di colpo, anzi per magia, è artatamente sparita nella ricostruzione del “travagliato” reporter di provincia, che evidentemente conosce molto poco i fatti quotidiani del territorio.
Lo stesso “travagliatissimo” reporter si concede, nel corso della sua fantasiosa ricostruzione, addirittura la libertà di alludere alla partecipazione di quel “presunto camorrista” ad un evento pubblico che l’allora candidato sindaco del centrodestra aveva organizzato in chiusura della sua campagna elettorale, dove risultava affiancato peraltro da una figura autorevole delle istituzioni, l’onorevole Mara Carfagna, oggi stimato Ministro per il Sud. Ebbene, quella iniziativa pubblica si è svolta proprio nel cuore del centro storico, davanti a migliaia di persone proprio così come dimostrano, e testimoniano, i video e le foto dell’epoca. E quella “presunta presenza”, ammesso che il personaggio si trovasse in zona, non può e non deve essere tacciata come un endorsement, altrimenti si rischia di incappare nelle più abiette diffamazioni.
Ma tornando al Di Martino, che finanche in consiglio comunale avrebbe parlato di migliaia di euro a lui proposti dal camorrista di turno in cambio dei voti, che secondo la ricostruzione del giornalista “di fatto” sarebbe stato affiancato anche da un imprenditore, su sollecitazione di un carabiniere. Questo soggetto, a quanto pare, risulterebbe essere ben noto all’allora candidato sindaco dei civici, in quanto il suo nome compariva a più riprese nelle notizie che già filtravano alla luce delle intercettazioni telefoniche dei vari procedimenti giudiziari in corso, da Olimpo a Domino.
Ed è ben più rilevante che lo stesso Di Martino, proprio mentre il futuro vincitore delle elezioni parlava ai cittadini accanto all’odierno Ministro Mara Carfagna, in quelle ore stesse svolgendo un congresso tra amici e sostenitori in un noto locale “varanense”, vantandosi tra fiumi di champagne di essere stato lui l’artefice della mozione di sfiducia promossa contro l’ex sindaco Antonio Pannullo salutato, nel corso dell’intera manifestazione, anche con un irriverente “ciao” accompagnate da frasi di scherno in favore di telecamera. Neanche una parola però risulta essere stata pronunciata sull’incontro col presunto camorrista, né alcun commento sulla reunion che lui stesso aveva organizzato qualche settimana prima nei pressi del chioschetto di Scanzano. Tante, troppe falle, su cui forse sarebbe opportuno “travagliare” meglio e studiare di più. Tanto al solo fine di poter raccontare la verità. E CHEST’è!

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