(Red) – Una serie infinita di pagine per descrivere puntigliosamente un inimmaginabile scenario dai contorni artatamente inquietanti. Un canovaccio costruito al  solo ed unico fine di infangare uomini e donne nella qualità di politici-amministratori eletti, moltissimi per la prima volta, nell’assise comunale. Ma l’accusa più sconvolgente, di grande effetto scenografico, è quella di aver riscontrato che il Sindaco, Gaetano Cimmino, sia stato il testimone di nozze di un giovane, quanto brillante imprenditore tra l’altro INCENSURATO, che convolando a giuste nozze il 17 giugno del 2014 aveva chiesto all’amico d’infanzia di svolgere questo ruolo fondamentale nella vita di una giovane coppia. Una “coltellata” vibrata direttamente al cuore del brillante e giovane ex-Sindaco del Cdx stabiese, di un ex assessore comunale che ebbe l’ardire di ribellarsi allo strapotere del sindaco dell’epoca al punto di vedersi ritirare la delega pur di mantenere integro, ed inalterato, il proprio principio politico-amministrativo sulla visione della città.

Secondo quanto emergerebbe da una relazione che, a tutt’oggi rimasta maledettamente inaccessibile per gli ex consiglieri del Cdx e che (al contrario) sembrerebbe nella piena e completa disponibilità di tutte le forze politiche di opposizione (stampa “amica” compresa), affiorerebbe un alto profilo di interferenza e condizionamento, degli amministratori eletti e dell’apparato burocratico, sulla funzionalità e sull’attività amministrativa dell’Ente.

Sembra a dir poco paradossale che, partendo dall’andamento gestionale dell’Amministrazione Comunale e considerata la cornice criminale ed il locale contesto ambientale di collocazione dell’Ente, si sia percorsa la strada di appurare i rapporti degli Amministratori con le diverse aggregazioni malavitose del territorio, sottolineando una “presunta” attività mirata a favorire soggetti ed imprese collegati direttamente ad ambienti malavitosi. Ma il lettore, cittadino stabiese, che apprende queste notizie dalla stampa cosa è portato a pensare visto che, e lo diamo per scontato, non conosce il funzionamento ed i ruoli dell’apparato amministrativo-burocratico di un Ente locale?

Orbene, premesso che: Il Sindaco è l’organo responsabile dell’Amministrazione del Comune ed è il rappresentante dell’Ente; infatti la sua elezione, che avviene in maniera diretta e viene conseguita con la maggioranza dei consensi, esprime la scelta della comunità e vede a lui attribuita direttamente dai cittadini la responsabilità dell’Amministrazione e, contestualmente, il riconoscimento di tutti i poteri conseguenti in forza dei quali egli è titolare della funzione di governo.
In tal senso esprime la Giunta Comunale e la presiede, così come presiede il Consiglio Comunale laddove non sia prevista la figura del Presidente del Consiglio Comunale.
Egli, nella seduta di insediamento, presta giuramento davanti al Consiglio Comunale di osservare lealmente la Costituzione italiana.

Presenta altresì al Consiglio Comunale le linee programmatiche relative alle azioni ed ai progetti che intende realizzare nel corso del suo mandato. Il Consiglio, in tale occasione, non si esprime sulle scelte fatte dal Sindaco per la composizione della Giunta, ma deve ascoltare le linee programmatiche illustrate ed in tal senso valutare gli obiettivi che si prefigge di raggiungere assieme alla Giunta medesima, così come da lui espressa.

Il Sindaco dura in carica cinque anni per un massimo di due mandati consecutivi. Al termine del secondo mandato consecutivo non è più rieleggibile. È tuttavia consentito un terzo mandato consecutivo se uno dei due mandati precedenti ha avuto durata inferiore a due anni, sei mesi e un giorno per causa diversa dalle dimissioni volontarie.

Quali sono i compiti del Sindaco? Il Sindaco è tenuto:

  • rappresentare l’Ente e convocare Giunta;
  • sovrintendere al funzionamento dei servizi e degli uffici;
  • esercitare le funzioni a lui attribuite dalle leggi, dai regolamenti e dallo statuto e sovrintendere alle funzioni statali e regionali attribuite o delegate al Comune;
  • esercitare le funzioni attribuitegli quale autorità locale nelle materie previste da specifiche disposizioni di legge;
  • adottare le ordinanze contingibili ed urgenti in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale;
  • organizzare e coordinare gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi, e dei servizi pubblici, nonché d’intesa con i responsabili territorialmente competenti delle amministrazioni interessate, gli orari degli uffici pubblici localizzati nel territorio;
  • provvedere – sulla scorta degli indirizzi forniti dal Consiglio – alla nomina, alla designazione ed alla revoca dei rappresentanti del Comune presso enti, aziende ed istituzioni;
  • nominare i responsabili degli uffici e dei servizi.

Invero, tra i molteplici e onerosi compiti del Sindaco, non abbiamo trovato alcun elemento che ci possa confortare nel merito di quanto pesantemente “ipotizzato” dagli inquirenti, ossia di aver svolto azioni miranti, eventualmente, a favorire “soggetti ed imprese collegati direttamente ad ambienti malavitosi”, preso atto che non rientra nella diretta competenza del Sindaco curare l’espletamento di “gare di Appalto” e/o di “Manifestazioni di Interesse”, sopra o sotto soglia che siano, in quanto di diretta competenza ed esclusivo appannaggio in capo alla responsabilità del Dirigente e degli uffici adeguatamente preposti. E se da qui parte la relazione della Commissione di Indagine, con il successivo coinvolgimento delle parentele e affinità di Consiglieri Comunali eletti in tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio Comunale, bisogna considerare che in una città come Castellammare, a forte connotazione mafiogena, possiamo contare su ben 17.500 pregiudicati circa (da quello condannato per occupazione di suolo demaniale marittimo per finire al pregiudicato “organico” autore di efferati omicidi) a fronte di una popolazione di circa 67.000 abitanti, per cui sembra che il rapporto (pregiudicato/popolazione) sfiorando il 25% ci informi che su 24.500 nuclei familiari esista, statisticamente, un pregiudicato nel 71,4% delle famiglie stabiesi. Molto grave, a nostro sommesso avviso, mi sembra un passaggio giornalistico che, riferito ad alcuni consiglieri in carica, mettendo in evidenza “un grave pregiudizio di Polizia” non sottolinei né di chi si tratta e, soprattutto, omettendo di chiedere il motivo per il quale, alla verifica della candidabilità ed eleggibilità di ogni consigliere eletto, non sia emersa alcun tipo di segnalazione nel merito della legittimità?

Non si gioca con la vita delle persone che fanno politica, dietro ad ogni persona esiste un nucleo familiare con coniuge, figli e genitori, e soprattutto non si colpisce “sul piano personale” chi vive solo della propria professione prestando le proprie competenze al servizio della politica e della comunità, non intesa sicuramente quale unica “professione” per eventualmente vivere di rendita sulle spalle della collettività. Al momento, e solo per il momento, questo è quanto. Il resto alla prossima!

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