(Red) – Una indagine condotta a 360°, quella istruita dagli inquirenti della Commissione di Indagine, tutto e tutti passati al setaccio, o quasi, in un percorso che, attraverso una puntigliosa ricerca, è andata a scovare anche il più piccolo neo allocato nella vita personale degli esaminati e dei loro familiari. Una metodologia che conosciamo da anni ormai, che nulla tiene a che fare con il ruolo amministrativo ricoperto dagli amministratori e gli atti approvati nel periodo amministrativo di riferimento. Una tecnica, molto nota ed efficace, utilizzata per puntare a delegittimare il soggetto preso di mira al solo fine di creare una ben precisa connotazione, chiaramente negativa, dalla quale difficilmente potrà liberarsene, tanto al solo fine di “sterminare” politicamente e socialmente il soggetto predestinato. Questo è quanto sta accadendo in questa fase, immediatamente successiva alla pubblicazione del decreto di scioglimento dell’amministrazione stabiese, dove allegati, informative e decreto privo di omissis, girano a tutto spiano tra le mani di “chiunque” mentre, chi dovrebbe poter difendersi dalle presunte accuse, accuratamente preparate, non ha alcuna possibilità di poterlo fare se non di apprendere le notizie, con dovizia di particolari, dalla stampa che, in questi ultimi giorni, sta demolendo, disintegrandola, la moralità e la dignità degli amministratori decaduti con una precisa e meticolosa cadenza.
Dispiace dover deludere qualcuno, ove mai pensasse di aver “sparato lo scoop della propria vita”, arriva appena con trent’anni di ritardo per quanto riguarda la parentela del nostro direttore, e siccome “i parenti non si scelgono (perché quelli li sceglie il Signore) ma gli amici si”, sarebbe appena il caso di ricordare a questi squallidi avvoltoi dalla memoria corta e raggrinzata che, non costituendo un rapporto di parentela un reato, la responsabilità penale è costituzionalmente soggettiva ed attiene direttamente ai comportamenti ed alle scelte di vita che ciascun soggetto ha deciso di voler intraprendere. Sarà purtroppo colpa delle limitazioni naturali, o della parziale e/o completa incapacità di intendere e di volere, ma la pubblicazione di qualche squallido e triviale post, pubblicato con esaltazione sui social, la racconta tutta sulla qualità umana e culturale del personaggio.
Appare alquanto bizzarro, a questo punto della situazione, che notizie tanto riservate, in quanto evidentemente oggetto di delicate e serie indagini di P.G., caratterizzate da “omissis” nella relazione Prefettizia siano nelle mani, e nella piena disponibilità, non solo della stampa tutta ma anche, e soprattutto, di alcuni truffaldini “Ininfluencer” che operano sui social al solo scopo di vomitare insulti e offese, a “beveron”, alimentando il fango in un ventilatore, giunto ormai al massimo della velocità, privo di ogni adeguato controllo a tutela del più elementare diritto alla difesa della dignità dei malcapitati protagonisti. La sagra del fango si celebra per tutto l’anno in questa città. I protagonisti? I nuovi mostri dell’informazione!

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