(Red) – L’Operazione Cerbero è iniziata nel 2011 e le indagini si sono concluse nel 2015, ma gli avvisi di conclusione delle indagini sono stati notificati appena pochi giorni orsono a ben 35 esponenti che potrebbero essere, da questo momento, rinviati a processo. Ma il dato inquietante che prepotentemente emerge, all’interno del quadro investigativo di questa vicenda, è quello relativo ad un presunto incontro svoltosi in un auto, in quel di Scanzano, tra un boss del Clan egemone D’Alessandro ed un esponente di spicco del PD stabiese, il tutto alla presenza di un parente del pregiudicato. Correva l’anno 2013 e proprio nel pieno della campagna elettorale, che vedeva contrapposti Cuomo e Pentangelo, tra gli altri, un dirigente politico della sezione locale del PD avrebbe incontrato in auto, a Scanzano, il pregiudicato Bellarosa che, secondo le indagini degli inquirenti, in quel tempo avrebbe curato gli interessi del clan sul territorio. Oggetto della chiacchierata? I voti per un candidato del PD a sostegno della coalizione di Cuomo. Un episodio veramente allarmante, considerato che nel 2008 tra i soci del PD risultava iscritto, tra gli altri, addirittura Catello Romano, ossia uno degli uomini del commando camorristico che trucidò Gino Tommasino, per non parlare poi delle polemiche sollevate dal Commissario pro-tempore nel corso del tesseramento che ha preceduto l’ultimo congresso Dem a Castellammare. Una storia di rapporti che, secondo quanto è emerso dalle indagini giudiziarie nel corso di questo ultimo trentennio, apparirebbe molto inquietante alla luce dei “reiterati episodi” registrati non risulterebbero, secondo gli inquirenti, per nulla isolati.

 

 

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