(Red) – Abbiamo ricevuto e letto, con molto piacere e attenzione, alcuni estratti del  libro di Salvatore Vozza dove l’autore, citando passaggi storici riguardanti le Terme – dove addirittura enuclea le passività degli anni 90 – spiega, secondo la sua angolazione, anche l’indebitamento delle partecipate ex-Asam, Multiservizi, ASM, Terme e Sint al 2005. Per un attimo abbiamo dovuto riguardare il calendario, perché abbiamo vissuto la sensazione di vivere nel 2006. Poi riprendendoci, abbiamo rammentato che siamo nel 2023, e pertanto ci è venuto da chiedere, all’ex sindaco stabiese, quale fosse la situazione economica e gestionale al momento in cui, terminata la consiliatura a fine febbraio 2010, ha dovuto lasciare la carica di sindaco dopo circa 5 anni.

Invero, nel quinquennio della sua amministrazione, tra RISORSE arrivate dal programma europeo regionale, legato al “Più Europa”, oltre ad altri fondi che erano stati destinati ai comuni per varie opere, Vozza aveva avuto la fortuna e la possibilità di amministrare ben 12,5 milioni di euro per Antiche Terme (benché l’apporto di queste notevoli RISORSE non riuscì comunque a renderle operative nonostante l’integrazione di altri 2,5 milioni di euro stralciati dal progetto Villa Gabola), come ad esempio poi la ristrutturazione delle Stimmatine (progetto nel corso del quale è stato ereditato un impressionante contenzioso milionario con la ditta appaltatrice per errori commessi durante l’esecuzione dell’opera, responsabilità ripartite tra l’assessorato e dagli uffici preposti sotto la sua amministrazione), senza contare i famosi 5 mln di euro di via de Gasperi (per rifare i marciapiedi e con giostrine per bambini posizionate al ciglio della strada) con esclusione dio una sedicente famosissima cascata, da un milione di euro, mai realizzata. Per non parlare poi dei 6 mln circa per il palazzo del fascio (di cui 2 Mln di euro erogati, affidandoci alla memoria, ad un noto studio di progettazione pugliese, una struttura che a tutt’oggi non può essere riaperta per una questione riguardante marchiani errori tecnici di progettazione che ne causano l’inagibilità). Inoltre, bisogna aggiungere 5 mln di euro per proteggere la linea di costa di via de Gasperi, con scogliere ritoccate e mai realizzate, con libecciate che hanno provocato l’erosione della costa; oltre che ad aver erogato mezzo milione di euro a Fucksas per progettare il famoso giardino del mediterraneo, un’opera tra l’altro mai realizzata. Ora la domanda è, esaminando tutti questi aspetti di quella Sua stagione amministrativa (dal 2005 al 2010), Vozza come immagina si possa porre rimedio agli errori commessi e come pondererebbe di gestire diversamente i fondi che potrebbero arrivare nei prossimi anni? Questo non lo ha raccontato, ma sarebbe interessante capire anche cosa pensa di aver lasciato di positivo per questa città dopo la sua esperienza amministrativa.

Ricordiamo a noi stessi che nel 2007 l’amministrazione Vozza adottò una Variante al prg, una delibera del Consiglio Comunale che aveva illustrato come la soluzione ideale che avrebbe finalmente innescato la molla dello sviluppo della nostra città, salvo poi scoprire che, quella variante, ha di fatto ingabbiato la città e bloccato per anni qualsiasi tipo di trasformazione, principalmente per il centro antico. Oggi ci riparla di Puc, di sviluppo e di alberghi. In questo contesto, alla luce del Puc approvato dal Cdx, quale completamento della Variante al suo prg (di cui pensiamo non possa rinnegarne la positività, visto che a suo tempo lo ha pensato ed elaborato con la sua squadra) auspichiamo possa confermare i suoi principi ispiratori in linea con il tema dello sviluppo che la città si accinge ad affrontare.

Per quanto attiene poi la vicenda del sottopasso, che lo stesso ex-Sindaco, in sinergia con tutte le forze politiche e sociali della città, ha fortemente avversato, ci si chiede se lo stesso pensa che possano ricrearsi le condizioni per riprendere il dialogo con Regione, e di conseguenza con Eav, al fine di trovare insieme una soluzione condivisa al fine di soddisfare la mobilità cittadina stabiese evitando in tal modo l’isolamento del quartiere San Marco, in uno con le esigenze dell’Eav, ossia quelle di eliminare il passaggio a livello di via Cosenza. Sarebbe interessante conoscere le ragioni per cui nel suo libro non si sia avventurato a definire quantomeno BIZZARRO, tanto solo per usare un eufemismo, quanto accadde nel 2009, ossia dopo l’efferato delitto di Gino TOMMASINO, quando la commissione di accesso, seppur invocata a gran voce da tutti, arrivò solo dopo 9 lunghi mesi dal delittuoso evento. Analoga situazione che si è reiterata poi nell’ottobre del 2017 quando, nonostante le numerose ed insistenti richieste di tutte le forze politiche di opposizione inviate in Prefettura ed in PROCURA (con Vozza capofila dell’iniziativa ed in sinergia con gli altri partiti) per chiedere la nomina di una Commissione di Accesso, tanto a seguito di quanto dichiarato da Pannullo in sede di presentazione del rimpasto della nuova giunta, nulla accadde e le ISTITUZIONI coinvolte ignorarono questo accorato appello. Proprio per siffatte ragioni,sarebbe stato molto utile se ci avesse aiutato a capire come mai, nel maggio del 2021, ad appena pochi giorni dall’elezione del nuovo Presidente del Consiglio, ed in conseguenza dell’applauso di tutti i consiglieri comunali al termine del discorso di insediamento, l’atteggiamento della PREFETTURA che, in appena 5 giorni, si attivò inviando con urgenza una Commissione di Accesso che (pur non riscontrando alcuna anomalia negli atti esaminati né alcuna attività amministrativa volta a favorire l’infiltrazione delle consorterie camorristiche nei gangli dell’amministrazione comunale) RIUSCI’ ad ELABORARE una relazione (corredata di relativi allegati a tutt’ora sconosciuti solo ai diretti interessati in quanto coperti da SEGRETO DI STATO, ma nella piena disponibilità anche del garzone del fruttivendolo di Pollena Trocchia) che ha contribuito a far sciogliere l’Amministrazione Comunale con una INFAMANTE accusa, per i consiglieri coinvolti ed ex-amministratori (con le loro famiglie) per la città e per gli  stabiesi tutti, di “PRESUNTE INFILTRAZIONI CAMORRISTICHE. In sintesi, ci sarebbe tanto piaciuto chiedere all’autore del libro: “Ma Castellammare è nella stessa identica situazione di Torre Annunziata o trova delle differenze notevoli tra le motivazioni dei due provvedimenti di scioglimento? Non trova inquietante questo TRISTE EPILOGO?”

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