(di Carcar) – Una tormentata notte di mezza estate, il caldo umido che impedisce di dormire e, come mai nella storia di una lunga vita, ritrovarsi valutare le conseguenze di una crisi politica scoppiata in una bollente giornata trascorsa al Papeete che, un giorno all’improvviso, toglie ruolo e visibilità, almeno per qualche ora, alla trasmissione di Vespa. Dalle responsabili dichiarazioni del “Grillo” parlante alle propositive valutazioni Renziane, passando attraverso un’accorato appello Zingarettiano di mantenere integra l’unità di quello che, una volta, era un partito per approdare ad un improbabile “Lodo Grasso” elaborato, molto sicuramente, in un dopocena dove non sarà mancato il “Fuoco di Bacco”. Uno stato confusionale, molto vicino al coma politico, quello della sinistra italiana, al punto di arrivare a smentire se stessi nel giro di poche ore proponendo, come soluzione finale, un accordo di legislatura per la formazione di un governo che possa governare addirittura fino alla scadenza naturale della stessa. Gli effetti del solleone, e del calore percepito, lasciano evidenti segni di squilibrio. Naturalmente, dopo aver guardato in casa d’altri, ci si ritrova, guardando nella propria, a dover fare i conti con una ricostituenda coalizione a valori invertiti. Una volta, almeno fino a febbraio 2018, era il partito del Cavaliere a rappresentare la leader-ship del vecchio centrodestra, oggi invece, in appena diciotto mesi, i valori percentuali dei consensi sono risultati profondamente invertiti in appena due consultazioni, per cui questa coalizione a “trazione Sovranista” non risulta entusiasmare il numeroso popolo dei moderati del belpaese e, tanto basta, per insinuare dubbi ed incertezze sulla scelta che il cavaliere, con il suo malridotto manipolo di fedelissimi, si appresterebbe a sottoscrivere attraverso un mortificante accordo di programma, con al primo punto la legge sull’autonomia, pur di ritornare a frequentare le stanze che contano in quel di Roma. Due situazioni paradossali si profilano, i due ex maggiori partiti del paese che fanno a gara per tornare nelle braccia dei propri aguzzini politici, a tentare di allearsi con chi, rispettivamente, ne ha sancito un emorragia di consensi veri sui territori, due partiti che pur di tornare a governare si lasciano abbracciare, in maniera stretta e letale, dal rispettivo Dracula che altro non aspetta che dissanguare elettoralnente, in via definitiva, la propria vittima predestinata. Non ci vuole molto per capire che tra il Grillismo ed il Sovranismo a rimetterci saranno solo gli italiani, ma questa è una storia che vorremmo non raccontare. Ma tanto non dipende da noi, ma solo dai cittadini che, democraticamente, sceglieranno nel segreto di quella famosissima cabina.

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