(Red) – E’ di questi giorni l’ultima polemica, targata P.D., scoppiata sulla probabile documentata balneabilità del litorale stabiese che attiene la linea di costa che va da Marina di Stabia fino alla Banchina di Zì Catiello. Una querelle che è nata da anni, da quando è maturata la necessità, oltre alla convinzione, di restituire alla città la balneabilità compresa di arenile, al fine di poter recuperare un patrimonio unico nella sua peculiarità e, per fortuna, questa esigenza è stata intercettata dai nostri politici sul territorio e, seppure in netto ritardo, è stato avviato il percorso che dovrebbe riportare finalmente i cittadini stabiesi a poter fare il bagno al centro della città. Infatti, dopo i lavori disposti dalla Casmez per la copertura del Rivolo San Marco con l’immissione di un tubo di 5 metri di diametro, per la raccolta delle acque piovane, e di due tubi da 800 preposti alla raccolta delle acque nere ai due lati del corso d’acqua proveniente da Pimonte, furono effettuati i lavori della rete fognaria del territorio cittadino e, il lavoro più difficile e complesso, fu avviato il collettamento di tutta la rete fognaria in direzione del depuratore ubicato alla periferia nord della città. Un lavoro immane, di grande importanza, ma con un andamento lento da sfiorare la velocità di una tartaruga, salvo poi scoprire la mancata collettazione di numerosi tratti che, a cominciare da quello del Ponte San Marco, determinano ancora disagi ed allagamenti in alcune zone della città e, fatto ancora più grave, la rottura non accidentale di alcune tubature che, non risultando più collettate riversano ancora nel nostro mare una quantità sostanziosa di acque nere. In data 13-12-2016, con la delibera di giunta n°732, la Regione Campania dispone alla voce del: PATTO PER LA CAMPANIA – SETTORE PRIORITARIO “AMBIENTE” – INTERVENTO STRATEGICO “PIANO DELLA DEPURAZIONE E SERVIZIO IDRICO INTEGRATO” – PROGRAMMAZIONE INTERVENTI, le risorse economiche necessarie ed occorrenti per poter avviare al completamento, ed in maniera definitiva, il collettamento degli ultimi seicento metri mancanti che attengono una zona che spesso è soggetta ad allagamenti e dove, guarda caso, arriva anche un tubo da 800 dalla continuazione di via Fontanelle. Un ultimo tratto che, fatta scadere dalle precedenti amministrazioni la pratica di esproprio per realizzarlo, rappresenta l’ultimo anello di congiunzione della rete per poter confluire all’impianto di depurazione. Oggi, dopo la mancata applicazione dei dispositivi regionali di cui alla delibera in epigrafe, ed a seguito di un incontro operativo tenutosi tra l’Amministrazione comunale stabiese, Gori, Arcadis, Ente Idrico Campano e tecnici regionali, che hanno determinato importo, tempi e modi di realizzazione del completamento dell’opera con lo stanziamento di circa 4 milioni di euro, ecco che tutti in coro hanno fatto a gara a chi dovesse appuntarsi la medaglia del primo della classe. Confidiamo che l’opera si realizzi quanto prima e che, per poter ottenere la balneabilità del litorale in questione, occorrono almeno tre anni di risultati positivi per effettuare la balneazione, senza contare la necessità di dover intervenire ora, con un operazione veloce e sinergica, per bonificare il tratto di arenile che insiste sulla villa comunale. Gli ultimi 600 metri di collettore e la bonifica di circa 60.000 metriquadri ci dividono dalla reale possibilità di ritornare a fare il bagno esattamente al centro della città.

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