(Red) – “Chesta è ‘a rumba d”e scugnizze Ca s’abballa a tutte pizze…Truove ‘e ddame, ‘mpizze ‘mpizze, Ca te fanno duje carizze Pe’ te fá passá ‘e verrizze…Strette ‘e mane, vase e frizze…”, ed ecco che sulle parole e musica di un incommensurabile autore, nonché commediografo, musicista etc. etc., è iniziata nella ex-città delle acque l’irrefrenabile balletto degli aspiranti sindaci che, sgomitando al tempo del famoso ritmo “Cubano”, aspirano ad occupare lo scranno più alto di Palazzo Farnese. Una sorta di corsa alla visibilità che in una città dove vige la “Democrazia sospesa”, per gli effetti di uno scioglimento fortemente voluto da alcuni politici di professione, vede i cittadini ostaggi delle manipolazioni strumentali messe in campo da alcuni gruppi pseudo-politici che ormai da sempre, circa un trentennio, governano le sorti amministrative locali. Risulta quasi azzerato il numero dei partiti politici, visto che a Castellammare si contano a fatica sulle dita di una sola mano, prendono quota in maniera vertiginosa gruppi e movimenti che, nascondendosi dietro lo scudo dell’associazionismo, tentano di prevalere a discapito del probabile diretto concorrente a sindaco in una competizione che, a quanto pare, sembra aver dimenticato, oltre al valore del rispetto per le idee dell’avversario, i valori e la qualità dei progetti da proporre al servizio della comunità. Tutti al lavoro a tessere la tela delle alleanze, con il Movimento 5S, primo partito alle politiche del 2022, che in assenza di un progetto credibile lavora per individuare un candidato sindaco che sia almeno credibile e all’altezza per ricoprire il prestigioso ruolo di primo cittadino, mentre il PD locale continua a dimenarsi nei suoi atavici tormenti, costituiti da una disperata e sanguinosa lotta tra le sue componenti interne, alla ricerca di una nomination che possa miracolosamente ricompattare, per renderlo competitivo, l’ormai ex partito di maggioranza del passato. Ma realizzare tutto ciò pare un poco complicato per il PD locale considerato che la nuova leadership, con la vittoria di Elly Schlein, sembrerebbe aver spostato troppo a SX la linea politica di un partito che, negli ultimi scorci di legislatura, appare sempre più dipendente dalla linea dettata dal pentastellato Conte.

Ancora al palo invece sembrano essere F.I., primo partito del Cdx in città, e Fratelli d’Italia, mentre parrebbe essere scomparsa dal territorio la compagine salviniana, considerate le rapide fughe verificatesi alla luce dei deludenti risultati conseguiti in città alle politiche del 25 settembre 2022. Intanto, si registra che il partito degli Azzurri sta riorganizzando le proprie fila per approntare progetto e programma per la prossima consultazione elettorale, il partito della premier si crogiola sulla scorta di un risultato, quello che vede la propria leader a capo dell’esecutivo nazionale, fantasticando di poter condurre le danze sulla scelta del prossimo candidato sindaco del Cdx alle prossime consultazioni comunali della primavera 2024.

In questo articolato scenario, orfano di un serio e credibile progetto politico derivante da un intenso confronto tra partiti politici e cittadinanza, azzardano ad emergere alcuni personaggi che, prendendo strumentalmente le distanze dai partiti politici nei quali sono cresciuti e attraverso i quali hanno governato per molti anni la città, provano a riproporsi (con la candidatura a sindaco) bramando di costruire aggregazioni di variegate associazioni, con l’apporto di liste civiche costruite ad hoc, pur di riuscire a realizzare le proprie smisurate ambizioni. Infatti, da qualche anno, emerge lo sfrenato iperattivismo di un ex sindaco che, avendo ricoperto il ruolo di primo cittadino all’inizio del terzo millennio, ha intensificato la propria attività sul territorio intessendo rapporti e relazioni nella “capotica” supponenza di possedere la ricetta giusta per rilanciare una città purtroppo oggi statica che, alla luce delle scellerate scelte operate proprio in quegli anni, non risulta essere né una città industriale né tantomeno una città turistica. E mentre la “Rumba degli scugnizzi”, e che scugnizzi, continua imperterrita a dettare tempi e passi, noi continuiamo testardamente a chiederci: Quale sarà il futuro per Castellammare?       

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