(Red) – Un percorso che era iniziato da tempo, quello degli odiatori sociali di professione supportati dalla loro rappresentanza parlamentare, che alla fine ieri il Senato ha, finalmente a detta di qualcuno, concesso l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini sulla questione “caso Gregoretti”. Nessun «preminente interesse pubblico» e nessun pericolo nemmeno per l’ordine pubblico: i migranti della nave «Gregoretti» venivano trattenuti in mare mentre altri che arrivavano alla spicciolata sbarcavano tranquillamente. Sono questi alcuni dei passaggi contenuti nell’atto di citazione contro Matteo Salvini che il tribunale dei ministri di Catania aveva inviato al Senato. Ma il dibattito che ha preceduto il voto a Palazzo Madama è stato solo, ed esclusivamente, un dibattito di tipo politico che non ha affrontato in maniera seria ed analitica la vicenda sotto l’aspetto di eventuali violazioni penali che, il comportamento di Salvini, avrebbe implicato. Ma qualche interrogativo sarebbe d’obbligo porselo in relazione al modo in cui si è sviluppata la vicenda. In tanti hanno provato a chiedersi: Ma il governo era stato ufficialmente informato della decisione di vietare lo sbarco a una nave militare italiana? La risposta dei giudici di Catania è stata negativa, sulla scorta di una nota trasmessa loro dalla Presidenza del Consiglio dei ministri che così recita: «La questione relativa alla vicenda della nave “Gregoretti” non figura all’ordine del giorno (dell’unica riunione del consiglio dei ministri tenutasi in quel giorno) e non è stata oggetto di trattazione nell’ambito delle ”varie ed eventuali”». E adesso? Semplice, la parola passa al procuratore di Catania Carmelo Zuccaro. E in quella sede si schiuderà una fase nuova e tutt’altro che prevedibile. Lo stesso magistrato aveva infatti, a suo tempo, sollecitato l’archiviazione dell’inchiesta nei confronti dell’ex ministro dell’Interno ritenendo che non ci fosse stato alcun sequestro dei 131 migranti a bordo della nave militare Gregoretti che nel luglio scorso li aveva soccorsi, recandosi a prenderli addirittura nelle acque territoriali Maltesi, ma poi bloccata proprio da Salvini per sei giorni al fine di consentire il riparto tra i paesi europei che ne avrebbero curato l’accoglienza. E  che differenza passa tra questo caso ed il caso “Diciotti”, per il quale fu negata l’autorizzazione a procedere? La differenza è sulla diversa posizione degli “Odiatori sociali” che, al tempo erano alleati con Salvini, oggi risultano alleati fedeli ed obbedienti ai loro “Ex acerrimi nemici” di un tempo. I principi della rappresentanza popolare? Quelli contano poco o nulla per questa classe dirigente che mira a salvaguardare solo, ed esclusivamente, le proprie posizioni personali con gli “interessi di bottega” compresi.

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