(Redazione) – Il Grande Massimo Trosi, già agli albori degli anni 80, descriveva la condizione lavorativa al Sud, in particolare nel ricercare lavoro vi erano molteplici possibilità, ossia Lavoro a cottimo, minorile,a nero, da qui la domanda, “ma un pò di lavoro, senza un’altra parola vicino, non si trova?”.
Sono trascorsi circa quaranta anni ma, ancora oggi, al massimo si muore sul lavoro, ma non si muore di lavoro.
Oggi la situazione è drammatica, giovani e meno giovani, sono fuori dal mondo del lavoro poiché non esiste un ricambio, il famoso turn-over come si dice in gergo è bloccato, ma anche chi espulso, dal ciclo produttivo, non riesce a trovare una ricollocazione per le numerose avversità del momento.
Il Jobs-Act, la Legge Fornero, sono state due pietre tombali sul lavoro e sulle pensioni che hanno ridotto il Sud, la nostra città, ad una polveriera sociale pronta ad incendiarsi se non si avviano politiche propositive di recupero per i tanti espulsi e per i giovani in cerca dell’agognato primo impiego.
Inutile dire che il nostro territorio offre lavoro, il tutto è compresso nei settori della Pubblica Amministrazione, Settore Turistico ricettivo, pur con la presenza di altre realtà produttive come i pastifici gragnanesi, non vi sono sbocchi occupazionali.
Il Motivo? Subito, se i tanti giovani, come i tanti espulsi dal mondo del lavoro, non hanno attitudini, esperienza o conoscenza dei settori turistico ricettivo, enograstronomico e affini, come possiamo pensare che ci siano opportunità in merito?
Ecco, a questo punto, si potrebbe pensare che la Regione sia stata attenta a questi quesiti ma nemmeno per sogno, infatti, i Progetti come Ricollocami sono stati un flop totale, non hanno ricollocato nessuno, al netto di dare solo un miserabile, in quanto troppo poco, sollievo temporaneo ai “fortunati” partecipanti.
Ma il piatto forte, del menu clientelare, sono stati i corsi attivati che, nella maggior parte dei casi, nulla avevano a che vedere con la platea degli espulsi dal mondo lavorativo, in quanto i corsi tecnici,(elettricista,conduttore impianti)tutti corsi che non tenevano conto delle caratteristiche degli espulsi.
La Regione Campania ha attivato anche degli stage in aziende per 6 mesi, dove spesso le aziende hanno beneficiato di mano d’opera gratuita pagata dalla Regione,senza poi alcuna prospettiva lavorativa.
I media ci riportano che, a fronte delle esigenze economiche per l’attivazione delle politiche attive sul lavoro,la Regione Campania pur richiedendo somme ingenti al Governo Nazionale ha ricevuto in cambio solo una dote economica modesta che, di fatto non permette, così come non ha permesso di rendere giustizia ai tanti disoccupati presenti nella nostra Regione, ma sopratutto nella nostra Città.
Ora come non mai le parole, e la domanda posta dal grande Massimo Troisi, divengono una dura e triste realtà dei nostri giorni, peccato che tutto questo in parte, e nella nostra città, si sarebbe potuto evitare se tante realtà produttive non fossero state portate allo sfascio.
Ora possiamo cambiare il verso, possiamo credere che la Città diventi migliore, su misura, accogliente, che restituisca dignità e lavoro ai tanti espulsi per scelte improvvide e poco attente ai riflessi sul pil cittadino.
Ora possiamo pensare che uno sviluppo serio sia possibile, ponendo condizioni serie affinché ci siano investimenti privati che puntino al rilancio economico ed occupazionale.
Ora possiamo porre fine ai tanti che hanno, portato in silenzio e senza spiegare il perchè di un dissesto comunale, voluto e forse evitabile.
Ora possiamo,finalmente, far ritornare i cittadini ad avere una speranza e non la certezza che se al timone della macchina governativa, dovessero tornare ii soliti personaggi che aspirano al solo potere, questa Città non ha futuro.
Ora possiamo barrare con un semplice tratto di matita, un solo nome, il Sindaco che potrebbe rappresentare la rinascita e della stabiesità.
Tutto il resto è solo noia, non ho detto Gioia………..

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