(di Aldo Palazzeschi) – Dilaniato. Non c’è aggettivo migliore. Il centrosinistra stabiese è travolto da una nuova bufera. Burian bis spazza via le poche certezze su cui il Pd e quei sporadici alleati potevano contare all’indomani della sfiducia di Toni Pannullo. Il quadro è desolante e rischia di generare un’emorragia di consensi sempre in favore dei Cinque Stelle. La mazzata è stato il magro bottino delle politiche, il cui risultato ha bocciato tutta la linea del duo Pannullo-Iovino. Apriti cielo.

PANNULLO ISOLATO
Ormai l’ex sindaco è ai margini. Non solo perché Nicola Corrado e Nicola Cuomo hanno ormai archiviato l’esperienza lampo di Pannullo, grazie anche a un accordo con Eduardo Melisse. Adesso c’è anche Francesco Iovino che è pronto a mollare l’ex sindaco dopo averlo telecomandato per 18 mesi di amministrazione (e per questo è andato a casa). Il pallino del gioco ce l’ha comunque Nicola Corrado che ha preferito un ritorno al passato, ripescando lo sfiduciato Nicola Cuomo (pronto a presentare la lista Castellammare Bene Comune) e provando l’intesa con l’area vozziana di Liberi e Uguali, in linea con l’Ulivo 2.0 andato in scena in Regione Lazio e pronto a spiccare il volo in Molise con la candidatura di Antonio Di Pietro.

LA CACCIATA DI IOVINO
Il compromesso per ricomporre la vecchia alleanza Cuomo-Corrado è la cacciata di Francesco Iovino. Un provvedimento che il Pd assumerebbe con ben due anni di ritardo. Perché quando poteva essere espulso nessuno ha mosso un dito. E ci riferiamo all’indomani della sfiducia di Nicola Cuomo di cui Iovino è stato protagonista. Questa volta l’ex capogruppo è rimasto fedele al sindaco Pd in carica, ma è curioso che proprio ora i dem non vogliano candidarlo. Forse perché paga proprio l’atto di fedeltà nei confronti di Toni Pannullo.

LA GALASSIA PD
Ma è curioso capire cosa faranno gli altri protagonisti della galassia dem. Ad esempio Franco Manniello, l’agnello sacrificale del Partito Democratico alle ultime politiche. Il presidente della Juve Stabia si è chiuso in un silenzio assordante e nemmeno lui si fida più di Iovino e Pannullo, ma sembra costretto a restare ancorato al Pd per non alimentare nuove polemiche rispetto a un “nuovo” salto della quaglia.
Furbo e scaltro Biagio Vanacore, ancora una volta impegnato nel suo triplo gioco. Resta un fedelissimo di Nicola Cuomo, come presidente della Sint risponde ancora a Francesco Iovino e mantiene i rapporti con un grosso imprenditore dell’area Nord di Castellammare che questa volta guarda al centrodestra. Il classico “tienm ca te tengo”, per dirla con slang tutta, e solo, stabiese.







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