(di Carlo Carrillo) – Una storia infinita quella intrapresa dal Commissario Prefettizio, dott. Cupello, che sembra aver assunto, in questa vicenda, una posizione che va ben oltre i limiti di quelli che sono i normali canoni e compiti di un commissario che, secondo quando prescrive la legge, dovrebbe esclusivamente provvedere al “raffreddamento” delle conflittualità esistenti nella comunità e gestire l’ordinaria amministrazione nell’attesa del responso delle urne. Al contrario, l’atteggiamento assunto dal dirigente della Prefettura di Napoli, sulla questione Sint, appare come quella che avrebbe assunto un qualsiasi sindaco espresso dalla politica, e parte in causa, in un contenzioso che risulta innescato solo da una Sua repentina decisione in merito al destino della partecipata comunale. Proviamo a capire meglio i motivi che hanno determinato questo atteggiamento in una vicenda spinosa che, a quanto ci è dato di sapere, inizia proprio nell’assemblea dei soci, nel giorno dell’approvazione del bilancio, con piccole schermaglie che hanno successivamente assunto la connotazione di una vera e propria guerra, e che secondo alcune indiscrezioni, potrebbe finire addirittura in tribunale. Il socio unico nell’apprendere, nel corso dell’assemblea del 27 aprile, che i due bandi relativi alla vendita del pallone geodetico e dell’impianto sportivo dei campi da tennis erano andati deserti, chiese la ripubblicazione immediata dei due bandi in modo da poter realizzare le risorse necessarie per saldare il rateo di giugno con Mps e rientrare della somma, anticipata alla stessa banca ai primi di dicembre 2017, secondo quanto stabilito dalla delibera di consiglio comunale 88 del 27 novembre 2017. Questa richiesta provocò la subitanea reazione dell’A.U. di Sint che, appellandosi anch’egli al deliberato 88 del 27/11/2017, evidenziò la necessità di avviare la surroga degli immobili da parte del comune così come stabilito nella delibera, evidenziando altresì che, ripubblicando i bandi al ribasso, questo atto avrebbe determinato la svalutazione dei beni per una cifra che sfiorava i 400mila euro circa. Inoltre, sempre secondo quanto emerso, nel corso di questa vivace assemblea dei soci, l’A.U. Vanacore avrebbe concordato, con il socio unico, la convocazione di un assemblea ordinaria per il 25 maggio al fine di valutare la possibilità della ripubblicazione del bando, afferente la privatizzazione degli immobili, nel caso fosse andato deserto ed anche alla luce dell’esito del Tar Campania, sul ricorso promosso dai lavoratori termali, per la questione concernente la clausola sociale. Poi gli eventi che hanno letteralmente scombussolato la  posizione di un commissario che, rifiutando il confronto con i termali ed esprimendosi negativamente sull’inserimento della salvaguardia per le maestranze, ha creato un clima conflittuale alimentandolo con atteggiamenti volti a perseguire obiettivi che potrebbero decretare la perdita, oltre che la svendita, di gran parte del patrimonio immobiliare della Sint. Il commissario invece di partire in quarta e determinare con la sua fretta, lo scioglimento della società e la messa in liquidazione, ha scatenato una serie di reazioni che, a partire dalle immediate dimissioni di Vanacore e sommate agli errori procedurali per la convocazione di un assemblea straordinaria, hanno letteralmente impallato la macchinosa e perversa azione amministrativa messa in campo. Una sorta di Harakiri è quanto si prefigura per Cupello, infatti, fatta saltare la convocazione in programma per il 25 maggio a seguito delle dimissioni rassegnate da Vanacore e dato per rato che la competenza, di convocare un ordinaria con all’Odg la ratifica delle dimissioni e la nomina di un nuovo amministratore, resta nell’alveo delle competenze dello stesso Vanacore il quale, secondo qualche fonte ben accreditata, avrebbe già provveduto a diramare la convocazione di un ordinaria per i primi giorni di luglio p.v.. Se questa indiscrezione dovesse risultare vera, la posizione di Cupello resterebbe incartata in un groviglio burocratico che renderebbe ancora più debole la sua posizione e che metterebbe a nudo i suoi limiti, in relazione alla competenza amministrativa, rendendo ancora più inutile “l’eccesso di potere” manifestato attraverso un ostentazione di muscoli che è risultata quantomeno inadeguata. A questo punto non gli resta che ripiegare sull’emanazione di un atto di indirizzo quale soluzione, prospettata e consigliata già dal 20 maggio u.s. dalla candidata del Cdx De Simone, da rimettere per la decisione finale al prossimo eleggente consiglio comunale. Una torrida estate in casa Cupello che volge finalmente all’epilogo!

Castellammare di Stabia lì 30 maggio 2018                 @RiproduzioneTiservata

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