(Vercingetorige) – Un cantico nostalgico che affida alla tastiera un triste e sconsolato consigliere, un ruolo ricoperto a più riprese ma, in questo caso, è stato il cittadino a pagarne sempre le spese. Accattivanti e dolci sembrano le note e celando velenose infamie, custodendole  occultate proprio in seno,  al fine di ostentar al cittadino il rigoglio di un passato triste e malvagio, cucinato in un trascorso non molto lontano. Nella remota posizione di campagna, dove vive ed alloggia il mielato passerotto, duro a passar sembra questo giorno, mentre affiorano soggioganti i suoi giudizi che, in questo tempo, appaiono fittizi. Dall’epoca Vozziana, quella delle politiche sociali, ad una familiare e rigida alternanza in quella stanza, compresi i voli tra le anguste vie che incanalavano fino a Catanzaro la pietanza. Ma rammentar di alcune associazioni, riporta al cor le tante delusioni. Eppur quei burattini tanto operosi, solo in due anni son diventati solo dei morosi, al punto che nel frattempo è maturata una cifra consistente e mai pagata. Anche la resistenza a quello sfratto, assunse la parvenza di un ricatto, ed oggi questo passero scontroso, ricolmo d’ira diventa ancor di più furioso, sfociando addirittura nel rissoso. Quando si pianificavano le “Zeppole con Panzerotti”, nessuna contestazione egli accettava, ma se sbocciava l’occasione, la Polizia chiamava al fine di curar l’evacuazione. Tuttavia in quella storica e importante sala, mai era accaduto di cacciar via lavoratori e stampa, eppur la mente umana è tanto strana, al punto da far sgombrar quell’aula da ogni umano per conseguir quell’agognato esito pur tanto studiato. Un passero triste e senza nido, ospite temporaneo di tal Renzi, in compagnia di un sindaco “sfruttato” e impallinato, con la sottile astuzia di un soldato, tanto ambizioso e finanche infervorato nell’affannata, inutile, corsa al SINDACATO. Insomma, stanco e disilluso, potrebbe chieder conto alla coscienza provando a domandar: “Che me ne parrà di questi miei anni? Che cosa di me stesso? Ahimè, mi pentirò e spesso mi volgerò indietro, ma senza possibilità di consolazione”. Incredibile, ma vero, una conclusione di “leopardiana” ispirazione!

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