(Red) – Una storia davvero paradossale, è quella che in questi giorni vive la cosiddetta “politica” nella città di Castellammare di Stabia, in una città da sempre considerata il laboratorio politico del Paese ed oggi relegata, sulla scorta di un giudizio sprezzante e tagliente, ad un presunto “covo” che potrebbe custodire nel proprio grembo i loschi affari di una malavita tanto organizzata quanto esuberante. Un marchio infamante che, frutto della strumentale strategia del sospetto alimentato da una “Sinistra” assetata del mero potere gestionale (esercitato ininterrottamente dal 92′ al 2018 e per circa un quarto di secolo) sta logorando una coalizione di CDX colpevole solo di aver vinto alle amministrative del 2018 e, conseguentemente, di aver dato luogo ad una svolta epocale che, in questa sfortunata città, era attesa ormai da molti anni.

Qualcuno vorrebbe indurre il cittadino a pensare, sulla scorta di chissà quale particolare “scienziamento”, che il motivo per il quale sarebbe arrivata la Commissione di Accesso al comune sia, esclusivamente, da ascrivere alla elezione di Emanuele D’Apice ed alla commozione scaturita a seguito del momento, veramente importante per un giovane consigliere, che nel ricordare gli insegnamenti mirati al sano rispetto delle istituzioni, e dei valori positivi, tramandatigli dallo sfortunato genitore che dopo aver incassato una condanna a 4 anni di reclusione, per concorso esterno relativa a fatti accaduti intorno all’inizio del 2000, aveva comunque estinto il suo unico debito contratto con la giustizia fino all’ultimo minuto della pena comminatagli. Un motivo questo che, a nostro modestissimo avviso, c’entra poco con la caciara che è stata scatenata artatamente intorno a questo caso. Il lapidario e tagliente giudizio, espresso dal Procuratore Fragliasso, alla stampa ha così sintetizzato la vicenda: “Non è tanto la celebrazione che il presidente fa del padre, condannato per essere interno alla criminalità organizzata. Ma è l’applauso. C’è un degrado culturale, la criminalità organizzata è in grado di condizionare la pubblica amministrazione”. Nel rispetto di questo giudizio, e ci mancherebbe in un paese democratico, quello che sembra emergere è il pregiudizio riguardo ad un applauso partito nell’aula consiliare che, a ben rivedere le immagini, coincide esattamente con la pausa di una commozione sopraggiunta proprio nel momento in cui, il neo-eletto Presidente, incominciava a rendersi conto dell’importanza del ruolo che da quel momento andava a ricoprire. Un clima di pregiudizi politici che ha iniziato a fare capolino sin dai primi giorni del 2020 quando, e non erano trascorsi nemmeno diciotto mesi dall’insediamento, il più conosciuto professionista dell’anticamorra, il senatore Ruotolo eletto da un manipolo di condominii di Secondigliano alle suppletive del 2020 diede inizio alla famosa danza, ormai di moda e secondo consolidato costume, della richiesta al Prefetto di inviare la Commissione di accesso al comune di Castellammare di Stabia. Una richiesta che Articolo 1, nella stagione dei veleni “Pannulliani”, aveva già sollecitato alla luce di una serie di problematiche afferenti la gestione amministrativa tanto da scrivere, in sinergia con Per Castellammare, all’allora Ministro Minniti questa missiva: “Consapevoli che le parole hanno un peso e da sempre convinti che il nostro sia un comune dove la camorra c’è, agisce e nel passato ha ucciso anche due consiglieri comunali – si chiariva nella lettera – si chiede il vostro intervento affinché si chiarisca fino in fondo cosa volesse dire il primo cittadino(Pannullo) e nel caso si invii la Commissione d’Accesso per capire se la camorra della porta accanto, quella silente, selettiva, che ti impone una finta collaborazione, quella che “bisbiglia” all’imprenditore escluso da una gara d’appalto e lo aiuta a vincere i bandi, abbia provato ad infiltrarsi nel Comune di Castellammare .

Nell’ultima relazione della Dia gli inquirenti hanno evidenziato quanto nella nostra città i clan siano ancora attivi e  pericolosi. E nonostante gli arresti, le operazioni di polizia e i numerosi  sequestri, i clan sono presenti ed agiscono con tutta la loro virulenza.

Un tema questo che, come forze di opposizione, a seguito del riacutizzarsi del fenomeno del racket, così come di una sparatoria avvenuta , qualche mese fa , nel centro antico della città, e ancora dopo l’omicidio Fontana, avevamo già sollevato. Anche sul tema di una seria programmazione e definizioni di regole certe in aree strategiche della città, a partire dalla zona ASI, avevamo presentato proposte che sono agli atti dell’Ente; così come – a fine agosto – avevamo chiesto di chiarire le ragione della mancata pubblicazione del bando per gli Chalet, preoccupati che in campagna elettorale fossero stati assunti troppi impegni e firmate troppe cambiali.

La nostra attenzione al tema si era già evidenziato in campagna elettorale, allorché la nostra coalizione, dopo che la Presidente Bindi aveva indicato Castellammare tra i comuni ‘’attenzionati’’, scrisse alla Commissione Antimafia inviando le proprie liste.  All’epoca e nel corso dei mesi successivi abbiamo più volte sollevato il tema nel silenzio generale, inviando anche esposti in Procura, sia sul voto di scambio, sia sulle poco chiare modalità di una serie di assunzioni in aziende che gestiscono servizi per conto del Comune.

Ieri, proseguendo nel suo discorso, così come riportato dalla stampa, il Sindaco Pannullo ha anche affermato (riferendosi ai tempi di completamento della Giunta) «C’è voluto tanto tempo perché i poteri forti hanno interessi sulla buffer zone e sul bando degli chalet». Le parole del Sindaco, poiché di enorme portata, non possono essere sottovalutate o derubricate a sfogo, fatto in conferenza stampa.

Per quanto ci riguarda noi staremo dalla parte di chi si batte contro la camorra e contro chi cerca di condizionare la vita e le scelte politiche.

Ciò è avvenuto a Castellammare durante le elezioni del 2016? Pensiamo di SI!

È avvenuto in questi giorni(durante la lunga estate del 2017 n.d.r.)nel corso della crisi politica che si è aperta nella maggioranza che governa oggi Castellammare, per condizionarne gli esiti e le scelte di uomini e donne da impegnare in giunta, o alla guida di settori decisivi del Comune?

Se questo fosse accaduto sarebbe ancora più allarmante e intollerabile e, dal canto nostro, ci auguriamo che il Sindaco Pannullo abbia denunciato il tutto nelle sedi dovute prima ancora che nella conferenza stampa.

La Città deve sapere quali sono i poteri forti di cui si parla. Sia fatta chiarezza. Esigiamo che siano fatti i nomi!

Siamo impegnati a sostenere questa richiesta, a schierarci a fianco di chi combatte la camorra e il malaffare. E se è necessario, lo ribadiamo, si invii la Commissione d’Accesso. Sarebbe anche un segnale forte se, dopo le dichiarazioni pubbliche rese, fosse il Sindaco stesso a chiederne l’invio”. E così, con questo accorato appello, chiudeva all’epoca la lettera inviata al ministro dell’Interno Minniti.

Oggi, la nostra città si ritrova a dover essere “nominata” come comunità nel gioco di questo “grande fratello”, professionista e grande paladino della legalità, a margine di una vicenda che, tutto sommato, appare nella reiterata caccia alle streghe voler giocare con la vita delle persone e dei cittadini immolando chiunque nel nome, ed a tutela, di interessi esclusivamente politici, considerato che a margine di quella lettera, datata ottobre 2017, nessun riscontro emerse in quel tempo, dalla Prefettura, nella direzione auspicata nonostante che di “carne al fuoco” ce ne fosse più che a sufficienza. In questo ridisegnato scenario, con il gradimento del CSX in caduta libera, occorreva correre ai ripari ed infatti, risultando strategica Castellammare nello scenario politico dell’area metropolitana di Napoli, il PD con i suoi valvassini sta tentando in tutti i modi di screditare una classe politica, quella di CDX alla guida della città, al fine di poter puntare ad espugnare la storica roccaforte comunista funzionale al riequilibrio delle posizioni di potere nell’area a sud di Napoli. Si resta ancora in paziente attesa della risposta, dei partiti della maggioranza di centrodestra stabiese, a questi beceri attacchi di opposizioni frammentate e vuote di contenuti e proposte che, a quanto emerge, hanno esigenza di vedere isolato Cimmino ed i suoi alleati in questa feroce battaglia che è solo ed esclusivamente di carattere politico.

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