(red) – Lo Stato di giorno, l’antistato di notte. Strana la vita del Dr. Jekill e Mr. Hyde descritto, sulle pagine di un quotidiano nazionale, da un “Travagliato” reporter stabiese. Infatti, secondo il pezzo del Fatto, si racconta che un rappresentante delle forze dell’ordine avrebbe combinato un “galeotto” incontro tra un malavitoso stabiese e un politico al fine di garantire un un eventuale sostegno in campagna elettorale. Una storia inquietante, che lascia trasparire forti dubbi sull’esercizio delle funzioni di un uomo di giustizia, che a quanto pare eserciterebbe la giustizia soltanto nelle ore diurne, diventando ben altra cosa al calar del sole. Ed è proprio in tarda serata che, in base ai racconti che emergono dalla stampa e dalle testimonianze rese dal politico di turno, sarebbe avvenuto l’incontro in un locale di via Roma, pochi giorni prima del ballottaggio, tra il presunto camorrista e il candidato sindaco Di Martino. Un incontro che, secondo le testimonianze rese dal Di Martino in Procura, richiamate più volte anche in sedi istituzionali, si sarebbe concluso con un nulla di fatto e con il rifiuto della “proposta elettorale”. Tralasciando le evidenti incongruenze legate ai racconti del Di Martino e le divergenze tra la testimonianza riportata sulla stampa e quella raccontata in precedenti interviste, a lasciare perplessi è stato il comportamento del militare, nella qualità di organizzatore dell’appuntamento tra il politico e il presunto camorrista, che risulterebbe “trascritto” anche in svariate intercettazioni di Olimpo e Domino. Un militare che svolge un particolare lavoro di intelligence, dovrebbe tenersi opportunamente a distanza da ambienti malavitosi, considerato il delicato ruolo che svolge e visto che proprio sul tema delle intercettazioni il rischio di un inquinamento delle prove appare assai sensibile, proprio come dimostrano altre vicende recenti che hanno coinvolto suo malgrado un ex assessore, che ha dimostrato sempre grande senso del dovere e impegno quotidiano, e che si trova alle prese con un Travaglio, quello vero, che tuttavia nulla ha di che spartire con i rapporti con la camorra. Strana la vita. Perché la sensazione di sfiducia verso le istituzioni, e verso le autorità, nasce proprio da simili vicende. E l’impunità che contraddistingue certi episodi è ancor più inquietante. Ci auguriamo che la Procura apra gli occhi rispetto ad una storia che, solo ad immaginarla, fa rabbrividire. Con la consapevolezza che poche e rare macchie nere non possono sicuramente sporcare il lavoro di un’Arma che ogni giorno, a rischio della vita dei propri uomini, si prodiga per il bene della città e dei cittadini, tanto al fine di garantire sicurezza e legalità! La legalità si predica e si pratica e, soprattutto, non funziona ad intermittenza.

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