(Red) – Un primo pomeriggio ventilato e tranquillo, quello di ieri nella città di Castellammare, quando all’orizzonte sbuca, silenziosa e discreta, un’autovettura bianca tipo Suv che parcheggia proprio all’ingresso della casa comunale. Scendono alcuni uomini che, con passo spedito e senza fronzoli, si dirigono a palazzo Sant’Anna con un preciso obiettivo, raggiungere l’ufficio Urbanistica del comune stabiese. I motivi? Potrebbero essere tanti e tra i più disparati, ma considerato che oggi, sulla stampa e fuori dai bar cittadini, non si parla d’altro che del caso Cirio, siamo francamente orientati a propendere per questa ipotesi che risulta molto più verosimile, tanto a rischio di passare per degli ingenui e romantici creduloni. Abbiamo immaginato questo perché, alcuni giorni or sono, abbiamo trattato il tema del dimezzamento delle distanze cimiteriali che, da 200 mt previsti dal PRG, furono fissate a 100 mt dai confini cimiteriali, e questo provvedimento passò attraverso il voto espresso in Consiglio Comunale sull’adeguamento del PRG al PUT votato, esattamente, nell’anno di grazia 2007. Infatti, nel provvedimento in questione, la fascia cimiteriale del comune di Castellammare fu recepita in due sottozone, una denominata F3 come normale fascia cimiteriale e ricadente, nel PRG comunale, nell’apposita tavola denominata 7.2, mentre la “zona più calda”, che ha scatenato la nostra morbosa curiosità, risulta contraddistinta dalla denominazione F10 asteriscata quale zona identificabile di rispetto. Tutte queste notizie, e non solo, risulterebbero all’interno del mastodontico faldone che tratta la materia, quella urbanistica, ed in custodia presso l’ufficio preposto per antonomasia. Cosa potrebbero aver cercato, i solerti investigatori, all’interno di questo prezioso faldone visto che, a quanto risulta da tutto quanto è emerso sui media nel corso di queste settimane, sarebbero in possesso di tutto e di più rispetto a questo caso che è, ormai, entrato da circa otto lunghi anni nel mirino della magistratura? Forse qualche istanza da parte di privati interessati, indirizzata all’urbanistica, che attraverso richieste e/o osservazioni formulate, così come prevede la normativa vigente, miranti ad orientare la scelta nella direzione realizzativa del provvedimento finale? Il dato, incontrovertibile, è quello relativa al tempo impiegato per questa visita che, a quanto sembra, è durata circa tre ore, invero, gli investigatori che erano entrati a palazzo Sant’Anna, intorno alle 15,30, sono usciti alle 18,20 in compagnia del Dirigente al ramo che, salutati gli inattesi interlocutori, è tornato nel suo ufficio a svolgere i suoi compiti istituzionali. D’altronde non risulta poi tanta peregrina l’ipotesi formulata se, tuttavia, questa attenzione investigativa ricade appena qualche giorno dopo la pubblicazione di un nostro articolo all’interno del quale, evidenziando questa peculiarità, trattavamo un tema che qualcuno ben informato, a quanto sembra, abbia voluto “nasconderlo” all’attenzione degli inquirenti. E se luce deve esser fatta su questa storia che, per troppi anni, ha bloccato l’attività amministrativa e lo sviluppo della città, che luce sia!      

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