Seconda Parte (Vercingetorige) Riprendendo il nostro racconto, dal punto dove avevamo lasciato, ricordiamo che alle elezioni del 2010 ebbe la meglio lo “sceriffo” anti-camorra Luigi Bobbio. Tutto questo avvenne a seguito dei sofferti e tormentati 5 anni della consiliatura Vozza, una consiliatura iniziata e proseguita con una dura battaglia interna (durata fino ad ottobre 2007 proprio nel corso della trasformazione nel PD) con la corrente moralista della senatrice Salvati.
Si ricorda che quest’ultima -consiliatura- era rimasta impegolata in complicati dialoghi del “terzo tipo” con le forze sociali della città, caratterizzati da spietati regolamenti di conti e scontri interni alle correnti della stessa sinistra divisa tra filo-governativi e precursori di fantasiosi piani casa “fai da te in chiave locale” per il superamento dei vincoli possibilmente sottotraccia.
Insomma era in atto una radicale e profonda proposta del tipo tutto cambi affinché nulla cambi con “al centro” i partiti del centrosinistra imbambolati, completamente relegati all’angolo da una gestione al limite dell’imperialismo, ma desiderosi di emergere nel tentativo di privilegiare un dialogo molto più mitigato con le diverse e variegate componenti sociali della città.
Anni veramente molto difficili quelli dal 2004 in poi, in cui riemerge tutta l’efferatezza della criminalità locale con diversi omicidi tra bande per la gestione del racket, e altre attività illecite, associata a qualche temerario attentato dinamitardo a danno di importanti imprese edili, impegnate nelle grandi opere, culminata poi con la triste e barbara vicenda dell’assassinio del consigliere Gino Tommasino.
Bobbio era, molto probabilmente, la figura giusta per poter svolgere il ruolo di Sindaco in quel preciso momento storico, forse il più brutto e inquietante della storia stabiese. L’atteggiamento del nuovo Sindaco verso gli imprenditori Stabiesi fu di dialogo e aperto alla condivisone progettuale, con l’intento in qualche modo di differenziarsi dalle precedenti litigiose coalizioni, ma di fatto non ci fu tempo di mettere in campo alcun tipo di provvedimento concreto, visto che inciampò nello scoglio politico del bilancio di previsione. Allo stesso tempo, nessun ulteriore progetto fu presentato per l’area Cirio se non in contiguità tra la fine della consiliatura Bobbio, sfiduciata sul bilancio, e con l’avvento del commissario prefettizio, proseguita con la vittoria del democrat Nicola Cuomo alle successive consultazioni elettorali.
Poco prima della fine della consiliatura Bobbio, parliamo quindi del periodo che intercorre tra dicembre 2012 e giugno 2013, vi fu un episodio, che la Sinistra, in modo strumentale, cercò di collegare al progetto Cirio. L’episodio è quello della questione che atteneva la sospensione delle corse sulla linea ferroviaria delle FF.SS. Castellammare-Torre Annunziata.
Il programma di dismissione, partorito da una pregressa intesa Comune-Regione nel periodo di governo Vozza-Bassolino, fu realizzato nel corso della consiliatura di Bobbio dopo le certosine verifiche effettuate, in base al basso numero di passeggeri utilizzatori della tratta, in relazione all’intenso traffico veicolare provocato dall’elevato numero di chiusure dei vari passaggi a livello situati sulla fascia di Via De Gasperi.
La questione fu caratterizzata attraverso un violento scontro frontale, e con varie manifestazioni patrocinate da una ben conosciuta parte politica della sinistra che, in sinergia con qualche associazione politicamente collegata, utilizzando la vicinanza territoriale con l’area Cirio, strumetalizzò la questione al fine di vaneggiare su” ipotetici progetti di speculazione da realizzare sull’area delle Ferrovie dello Stato”, qualora fosse stata definitivamente disattivata la funzionalità della tratta. La sconfessione? Sta nel risultato oggettivo che la tratta fu riattivata poiché, a seguito di più tavoli di confronto sulla vicenda, fu ritenuto necessario mantenerla attiva al fine di non perdere l’opportunità di rinunciare a questa importante infrastruttura immaginando, in futuro, un possibile rilancio del trasporto su rotaia. E questa seconda tappa ci offre l’occasione per muovere un ulteriore passo verso la verità storica. Bisogna registrare che, purtroppo, in questo percorso di allontanamento dalla verità messo in campo dalla “faziosità di parte”, è scivolato più volte anche un famoso ed egregio giornalista professionista, convinto militante della sinistra, che più di una occasione ne ha fatto cenno. Ed allora fu proprio in quel preciso momento, che decisa, ma molto garbata, si alzò una voce che chiese: “Chi sa parli”, ma nessuno parlò, perché niente fu reale. Erano solo semplice e solari “illazioni” di chi purtroppo ha speso una vita, esercitandosi nella palestra dell’apparire, da uomini che, di fatto, sono solo chiacchiere e distintivo! (Continua, ch’ ‘a terza parte è bella e ll’hê ‘a vedé“)

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