(Red) – Un popolare Chef Stabiese, famoso per i suoi piatti tipici e leccornie, oggi ci insegna sul come preparare “l’anguilla al burro e salvia”. Questa famosa ricetta è innegabilmente di difficile preparazione e sin dall’antichità era accomunata al simbolo dell’ insidia, falsità e inafferrabilità. Bisogna sottolineare inoltre che l’anguilla (pesce teleosteo della famiglia Anguillidae) è  una specie particolarmente imprendibile e/o sfuggente, proprio in virtù della sua naturale scivolosità, e nel cucinarla poi con il burro assume una connotazione ancora più particolare, considerate le tipiche peculiarità del condimento con cui bisogna emulsionarla.

Passando dall’arte culinaria all’arte della politica, ci ritroviamo oggi un articolo pubblicato su di giornale locale dove, a conferma dello scoop redazionale di Stabiapolis pubblicato appena qualche giorno fa, lo Chef scoperto nella sua strategia, e messo alle strette, non ha potuto fare altro che ammettere e rilanciare nuove pesanti critiche ai suoi alleati, al suo ex mentore e persino al suo ex compagno di pallacanestro. Mancava solo la critica al Santo Patrono che, fortuna per lui, è stato risparmiato.

Considerandosi ormai un grande chef, oltre che raffinato stratega politico, questo signore nella sua intervista prova a mettere finanche in  discussione i profili di quei compagni che, per molti anni, hanno sudato le proverbiali sette camicie nelle grigie stanze di Corso Vittorio Emanuele, ex-compagni che, a dire il vero, sono stati molto più coerenti rispetto alle sue censurabili e inconsuete scelte di infilare, nel giro di solo pochi anni, diverse e variegate casacche partitiche di diverso colore. Oggi, sempre lo chef, insinua un serio quanto inconfutabile dubbio sulle reali capacità del sindaco in pectore (Elefante), e tentennando sulle capacità di un ex sindaco e onorevole, diffida delle capacità di un giovane diventato ormai adulto, eletto di recente nel direttivo nazionale del PD, tituba implicitamente delle capacità di un altro giovane ormai adulto, scrittore storico compagno e amico della sinistra Stabiese, e licenzia tout-court il diritto-dovere di dialogare con l’altro grande “partito” della coalizione, super alleato a Roma e in ogni angolo italico, rappresentato dal movimento 5stelle. E in tal modo, allontanandosi solo per un attimo dai fornelli ancora accesi, pontifica, discetta e discerne come a voler significare: “cà nisciun è buon, e siccome mi tengono fuori gioco, allora propongo di scegliere un uomo fuori dall’agone politico in modo da soddisfare l’elite locale compresi i radical-chic, e con la scusa della scelta da far ricadere su di un “alto profilo”, prova a rimettersi in gioco, in una coalizione che lo tiene ormai ai margini in qualità di ultimo arrivato, in quanto molto esperto nel dividere e non certo di unire gli intenti. Una manovra ad ampio respiro che risulta evidenziare la “spendibilità politica” del proprio nome, e quindi la figura adatta a ricoprire il ruolo di primo cittadino in netto contrasto con l’evidente incapacità di coloro che lo avevano sostenuto nel 2018 che, sempre a suo avviso, non risultando idonei, lo avrebbero messo davanti alla scelta di sbattere la porta ed, in conseguenza, di sfilarsi da quell’inutile quanto incerto contesto civico.

Intanto, dopo aver mandato a casa Cuomo e Pannullo, prova a non far scendere di casa l’amico candidato sindaco in pectore (sempre Elefante), stroncando sul nascere sia l’accordo dei “tre amici al bar” che l’emergente candidatura. Eppure, come un anguilla, è riuscito a sottrarsi dal confronto con chi l’ha sostenuto appena qualche anno fa, e questo sicuramente per sfuggire al classico e tradizionale turn-over politico a cui doveva, in questa occasione, prestare il suo apporto elettorale. Azzarda addirittura a sottrarne alleati ai moderati, al solo fine di ridimensionarli, e butta benzina sul fuoco per minare l’unità interna del PD, di cui oggi è tornato a far parte seppur come costola distaccata e già “Oddata”. Tuttavia, lancia critiche e strali sulla questione scioglimento, proprio lui che dovrebbe far chiarezza sul motivo per il quale, noti personaggi della criminalità locale, nel corso dell’anno 2017, nel primo pomeriggio si accomodavano nelle stanze del Municipio, e sul motivo di taluni incontri pre-elettorali con alcuni personaggi di spicco della criminalità Stabiese, avvenuti in quel di via Roma, oltre che ad esigere le necessarie spiegazioni sul tesseramento di ben due killer ed estorsori nel partito dei Dem di cui ha fatto parte, fatti registrati nell’anno 2008 e mai spiegati, e di cui è ritornato a far parte ancora tutt’oggi. Tutto questo avrebbe potuto chiarirlo anche durante quella famosa ed indimenticabile seduta del Consiglio Comunale svoltasi a porte chiuse, da lui richiesta, nel corso della quale si discusse tranquillamente e che, all’esito della stessa assise, per il vuoto argomentativo che ne scaturì e in considerazione che nessun nome di malavitoso fu pronunciato in quella sede, poteva serenamente tenersi a porte aperte. Per ora ci “gustiamo” questo “omertoso” piatto del giorno, ossia l’anguilla al burro e salvia, nella speranza che nella prossima occasione maturi la decisione di preparare, questa pietanza, a mo’ di spiedino, affinché risulti molto più semplice, sia per la stampa che per la Magistratura, poterla degustare, e soprattutto capire, evitando che possa “facilmente scivolare” sia dalle posate che dalle mani. E chest’è!

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