(Redazionale) – In questi giorni sta montando una polemica che attiene le condizioni del disagio sociale in cui versano numerosissime famiglie dell’area stabiese. Il campanello d’allarme? Le circa 1.600 istanze presentate per poter accedere al reddito di inclusione che, nella nostra città, non potrà soddisfare tutte le esigenze che sono emerse dalla complessa problematica sociale della ex città delle acque. Il Rei, avrebbe dovuto dare delle risposte ai cittadini meno abbienti quale misura di contrasto alla povertà, in relazione alla valutazione della condizione economica dei richiedenti. L’istanza andava prodotta dal primo dicembre del 2017 presso il proprio comune di residenza e risultava composto da due importanti componenti; la prima riguardava un beneficio economico da erogare mensilmente attraverso una carta di pagamento elettronica, carta Rei, mentre la seconda componente riguardava un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa finalizzato al superamento della condizione di povertà, predisposto sotto la regia dei servizi sociali del comune. Resta chiaro che per poter accedere a questo beneficio bisognava essere in possesso dei requisiti sia familiari che economici, dei paletti fissati dalla condizione del nucleo familiare e del reddito Isee in corso di validità non superiore a 6.000 euro annui e dell’ ISRE(indicatore reddituale dell’Isee) non superiore a 3.000 euro. Tanto in premessa per tentare di capire chi sono questi capifamiglia che hanno inoltrato istanza, e questo la dice lunga se consideriamo un dato veramente allarmante che è rappresentato dalle circa 1.600 istanze presentate che, tradotto in termini maccheronici, sta a testimoniare che circa il 10% almeno della popolazione stabiese possiede un reddito pro-capite che rasenta lo zero e che si appoggia al proprio nucleo familiare dove, spesso, la presenza di nonni con le loro pensioni contribuisce ad alleviare in parte bisogni e sofferenze derivanti dalla carenza di un lavoro e di un reddito prodotto in maniera legale. Una città che paga il prezzo di una deindustrializzazione velocissima ed incapace di dare una svolta turistica che, alla luce delle naturali ed uniche ricchezze, potrebbe creare occasioni di lavoro e sviluppo necessarie per consentire una ripresa possibile ed a portata di mano. Solo uomini senza correttezza, e privi di ogni rispetto per le istituzioni, possono pubblicare bandi truffa e fare in modo che ex lavoratori (oltre che senza lavoro, reddito ed ammortizzatori sociali) finiscano per perdere la possibilità di fruire di un progetto finanziato dalla regione Campania che avrebbe quantomeno contribuito ad alleviare le sofferenze con un supporto di circa 600 euro mensili per almeno sei mesi. Ma di questo nessuno vuole parlare, evidentemente i soloni dell’uscente amministrazione di Csx vogliono continuare ad occultare l’incapacità e le malefatte di un amministrazione sciatta e sprecona dedita, esclusivamente, alle contumelie da salotto. Questa la conseguenza di un Jobs Act che, invece di creare lavoro ed occupazione, ha creato vuoti legislativi nel supporto al reddito alimentando la crescita della povertà in città e nel paese.   

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