(Red) – Appena qualche giorno fa una testata giornalistica, di carattere nazionale, ha pubblicato due articoli afferenti lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche di due comuni viciniori, Torre Annunziata e Castellammare di Stabia, sulla stessa pagina quasi a voler “sfidare” i propri lettori a scovare le differenze così come un antico gioco proposto da anni da una rivista specializzata nel genere. Infatti i due pezzi, a firma di due diversi collaboratori, hanno raccontato ai lettori gli scenari di entrambe le comunità alla luce della gravissima decisione assunta dal Consiglio dei Ministri su proposta del Prefetto di Napoli prima, e della Lamorgese poi, di sciogliere le due amministrazioni. Attraverso la narrazione pubblicata è emerso che a Torre Annunziata, governata da una coalizione di Csx a guida P.D., gli amministratori sono stati bollati come inetti, incapaci e corrotti, dalla Giustizia Amministrativa e Civile attraverso due eloquenti, chiare ed inequivocabili sentenze. In realtà, quella dei cugini oplontini, si è rivelata purtroppo un’amministrazione afflitta da un’infiltrazione reale, concreta ed operativa, nonché storica, all’interno di un articolato e grigio “sistema di potere”. Questo è quanto affiorato al riguardo del comune di Torre Annunziata, storicamente governato dal Csx sin dal 1994 ossia sin dal periodo successivo al primo scioglimento. Dalla narrazione della giornalista in relazione a quanto accaduto nella ex-città delle acque, e nell’attesa della sentenza sull’incandidabilità che il Tribunale Civile di Taz dovrebbe rendere nota a giorni, ancor prima di quella del Consiglio di Stato che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe confermare la motivazione del Tar bollata con un “E’ più probabile che non”, risulta invece constatato (così come al Tar Lazio) che nessun atto varato dall’Amministrazione Cimmino è risultato da inficiare e/o viziato perché volto a favorire il malaffare, tanto è vero che ha dovuto ripiegare sul racconto di quanto accade oggi nel maculato e bizzarro scenario politico stabiese. In sostanza, tanto per capirci, la motivazione adottata dal Tar Lazio, per confermare lo scioglimento proposto dal decreto del CdM, è stata impiantata su di una formula dubitativa che, in un paese veramente democratico e normale, si sarebbe conclusa con una piena e convinta assoluzione (in accoglimento delle deduzioni difensive) per l’assenza dei due fondamentali elementi, ossia quello oggettivo e quello soggettivo che come è arcinoto sono imprescindibili tra loro, in un giudizio meditato con il supporto della serenità terza del collegio giudicante. Orbene, davanti a cotanto scenario, la nostra redazione al fine di fare chiarezza per consentire ai lettori di avere contezza di quanto realmente accaduto, si è premurata di andare ad analizzare gli atti amministrativi e politici prodotti dall’amministrazione stabiese da agosto 2018 al 27 gennaio 2022, ossia nel periodo in cui il Cdx ha governato la città.
E con riferimento al tema delle demolizioni, tema grave e fondamentale, l’Amministrazione di Cdx si preoccupò di avviare ben 9 demolizioni di manufatti abusivi su suolo pubblico, tra cui svariati spazi recuperati nel rione Savorito e in via Traversa Lattaro, un territorio sicuramente complesso e molto attenzionato da parte delle forze dell’ordine.
Nei primi mesi del 2019, infatti, balzò alla ribalta delle cronache l’attività di controllo effettuata presso i rioni Savorito e Moscarella laddove, a seguito di approfonditi accertamenti effettuati dai tecnici del Comune di Castellammare di Stabia unitamente alle forze dell’ordine, era emerso che alcuni residenti avevano effettuato degli abusi edilizi su suolo pubblico, non suscettibili pertanto di poter fruire di alcuna sanatoria. In particolare, nel rione Moscarella, si proseguì con l’abbattimento di un manufatto in legno completamente abusivo. La struttura risultava ubicata su suolo pubblico, con l’ingresso che era stato pavimentato e, nel corso dei primi sopralluoghi, risultava finanche dotata di piscina. Poi il 7 giugno 2021, l’azione amministrativa continuò inflessibile con l’abbattimento cappella votiva centro storico.
In particolare poi il Settore Urbanistica, in sinergia con i Lavori pubblici, emise circa 60 ordinanze dirigenziali volte al contrasto del fenomeno dell’abusivismo sul territorio. L’amministrazione operò attivando ancora, e sempre in sinergia con le forze dell’ordine, le procedure di demolizioni da eseguire in via Cupa Varano, via San Benedetto, via Traversa Schito, via Traversa Savorito e via Schito, richiedendo risorse, finanziamenti e anticipi, al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e alla Cassa Depositi e Prestiti.
La “disciolta” Amministrazione Cimmino, oltre a ciò, riuscì a rescindere il contratto con la ditta delle pulizie a seguito di una ricognizione sull’esecuzione anomala delle “singolari proroghe” di cui la ditta godeva da oltre 5 anni. La ditta in questione risultava da anni iscritta nella blacklist della Prefettura di Napoli.
La stessa compagine conseguì, inoltre, il risultato di riuscire a buttare letteralmente fuori la Lux Perpetua, una società che dal 1940 gestiva le luci votive nel cimitero e che, dal lontano 2003, operava senza la regolare stipula di alcun tipo di contratto.

E realizzando il disegno, secondo il “mantra” programmatico della coalizione, che laddove esiste trasparenza e minuziosità nella redazione di un bando e/o di una gara, gli imprenditori e i professionisti si sentono protetti acquisendo la fiducia necessaria a partecipare e investire sul nostro territorio, sulla scorta di questo fondamentale principio di legalità l’Amministrazione Cimmino diede luogo a:
1) alla Gara di appalto per il rifacimento delle strade cittadine (lotto A): con la partecipazione di 51 ditte
2) alla Gara di appalto per il rifacimento delle strade cittadine (lotto B): con la partecipazione di 252 ditte
3) alla Gara per la progettazione della Cassa Armonica: con la partecipazione di ben 39 professionisti (che fu aggiudicata ad un architetto di Jesi che aveva progettato importanti fabbricati in Australia)
4) alla Gara per la progettazione di viale Ippocastani, che dà accesso al Museo Libero D’Orsi a Quisisana: 35 partecipanti (aggiudicata ad un’equipe di professionisti assegnatari di progetti per l’Expo Milano)
L’amministrazione di Cdx nel corso del mandato si è distinta poi, in particolare, per aver applicato regole ferree e precise per gli appalti regolamentati all’interno del Piano Anticorruzione redatto in perfetta sinergia con il segretario comunale: conseguenza per cui gli affidamenti diretti furono infatti ridotti ai minimi termini, ed anche per quelli sotto soglia lavorò al fine di conseguire una più ampia partecipazione di società per concorrere agli manifestazioni di interesse.
In riferimento poi alla sistema di Videosorveglianza lo stato iniziale al Giugno 2018 era il seguente: 60 postazioni presenti di cui 5 funzionanti (con appena 10 telecamere ok), mentre lo stato dell’arte a fine consiliatura risultava costituito da ben 47 postazioni ripristinate e 85 telecamere funzionanti. Sul piano Urbanistico, con la redazione del Puc, l’Amministrazione si avviò a risolvere tutto il vuoto lasciato per un decennio sul tema dell’urbanistica per colmare una lacuna interpretativa che aveva favorito le speculazioni su aree importanti per lo sviluppo della città, motivo per cui fu realizzato un lavoro certosino approdato fino all’approvazione del preliminare, seguendo il sano principio della perequazione al fine di dotare la città anche di strutture di interesse comune, oltre che di interesse pubblico, e finalizzato a consentire la riconversione in chiave turistica delle aree industriali dismesse. Nel corso della consiliatura furono fissate regole certe e precise, con tempi garantiti per gli interventi da mettere in campo al fine di tenere ben lontana qualsiasi infiltrazione del malaffare nella cosa pubblica. Molti progetti furono presentati, un lavoro che, tra l’altro, consentì alla disciolta Amministrazione di ottenere circa 100 milioni di finanziamento da fondi europei, ministeriali, regionali e metropolitani, e con l’avvento del Pnrr riuscì finanche ad intercettare fondi per il riuso dei beni confiscati, per il centro storico e per le Antiche Terme, di cui ben 12 milioni essenziali per dare una speranza di ripartenza ad una risorsa di fondamentale importanza per la realizzazione della tanto agognata città turistica.
Nel corso del mandato, proprio nel cuore di Scanzano, fu riaperta nuovamente la Casa del Mandorlo, un asilo nido nella scuola del quartiere del clan, struttura chiusa ormai da dieci anni senza che nessuno abbia mai fatto qualcosa in precedenza per riavviarla.
Fu disposto inoltre, sempre dall’amministrazione Cimmino, il sopralluogo che il 31 maggio 2019 consentì di scovare la roccaforte della droga con due pitbull da combattimento all’interno della scuola Salvati di Scanzano. Un vero e proprio lager creato all’interno di un immobile comunale e lasciato lì per anni nella disponibilità del malaffare locale tra il disinteresse generale, ed in particolare dei predecessori.
Altre azioni anticamorra furono messe in campo con il posizionamento dei New jersey su via Panoramica per evitare il parcheggio abusivo, notoriamente praticato dagli uomini del clan, nei pressi dei lidi di Pozzano.
Fu effettuato, come mai avvenuto prima di allora, il censimento di tutti gli immobili comunali, promuovendo finanche la convocazione di un “comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica” per valutare la questione delle case popolari del Savorito (riscontri arrivati poi a scioglimento avvenuto) e dell’ex Fea, tanto in netto contrasto con gli impegni assunti da un noto “professionista dell’anticamorra” che, nel corso della campagna elettorale amministrativa del 2018, aveva promesso che con la sua elezione non avrebbero mai pagato i canoni “pendenti” e che nessuno (dei non aventi diritto) sarebbe mai uscito da quegli immobili.
In circa 4 anni di governo del Cdx stabiese sono stati messi a frutto moltissimi beni confiscati alla camorra; infatti su 21 beni confiscati furono stati assegnati 11 beni (più specificamente 5 all’Asharam a Santa Caterina, 3 per il circolo della legalità in villa comunale, 2 per Legambiente su via Panoramica, 1 per il centro antiviolenza (La Casa di Jole successivamente chiusa per mancanza di fondi nel corso della gestione Commissariale) su via Panoramica. Inoltre, un bene confiscato in via Santa Caterina fu addirittura incluso tra i 15 progetti pilota dell’area metropolitana di Napoli dalla Prefettura nell’ambito delle partnership pubblico-privato nella lotta alle mafie (co-housing per neomaggiorenni a Santa Caterina), e un bene riconsegnato ad aprile 2021 in via Plinio fu oggetto di un progetto per un Internet Point sociale, con ancora 8 beni che rimasero nella disponibilità del consorzio Sole rispetto al quale fu prodotta opportuna documentazione per chiederne lo svincolo.
Nel corso del periodo 2018-2021 fu avviata una campagna mirata alla cancellazione delle scritte offensive e/o intimidatorie sui muri della città, ed in particolare in alcuni quartieri, contro le istituzioni e le forze dell’ordine. Bisogna poi sottolineare che la stessa Amministrazione, sciolta sempre per presunte infiltrazione camorristica, è stata l’unica Amministrazione nella storia STABIESE che si è costituita parte civile ai processi celebrati contro i responsabili del falò di Savorito (nel corso del quale fu dato fuoco ad un fantoccio rappresentante un pentito), ed in un procedimento per camorra , ottenendo anche una congrua sentenza risarcitoria. Come d’altronde bisogna sottolineare, senza alcun tema di smentita, che ad un processo per estorsione, intentato dalla Magistratura contro il gotha della malavita stabiese, solo due imprenditori si sono presentati parte civile mentre il Comune stabiese, governato da una Commissione Straordinaria, ha brillato solo per l’assenza registrata, tra le parti lese, in questo importante procedimento.
Per quanto attiene poi la Cultura fu lanciato lo “Street art” nel centro storico con il coinvolgimento di 14 artisti internazionali che trasformarono i vicoli in una galleria d’arte, un museo a cielo aperto, nell’ambito di un progetto di rigenerazione del tessuto urbano e sociale per dare una speranza di rinascita a tutto il quartiere.
L’inaugurazione del Museo Archeologico Libero D’Orsi nella Reggia di Quisisana, con l’entusiastica partecipazione dell’allora direttore del Parco Archeologico Massimo Osanna, del Generale di Corpo d’armata Rosario Castellano, del Procuratore Nunzio Fragliasso e delle più alte cariche delle forze dell’ordine del territorio (carabinieri, finanza, polizia, guardia costiera).
Fu inoltre proposta la candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2022 in sinergia con 59 eccellenze che sostennero la causa di Castellammare di Stabia, tra questi luminari del mondo della scienza, della letteratura, del teatro, del giornalismo, dell’arte.
Investimenti riversati, attraverso i fondi Pics, sulla cultura: restyling viale Ippocastani (2,8 milioni di euro), istituzione del Museo civico nella Reggia con progetto fondazione (1,2 milioni di euro), recupero di Palazzo Pace (5,2 milioni) e di Villa Gabola (3,5 milioni). La ciliegina sulla torta è stata realizzata con il rifacimento della preziosa facciata di Palazzo Farnese i cui lavori sono stati da poco ultimati.
Realizzazione della rassegna letteraria “Quisilegge” nella Reggia di Quisisana, la prima rassegna letteraria organizzata da un’amministrazione comunale nella storia di Castellammare, con la partecipazione di scrittori di livello nazionale del calibro di Maurizio de Giovanni, Diego De Silva, Viola Ardone e Lorenzo Marone.
L’amministrazione Cimmino si è concentrata, nel corso del proprio mandato, sulla definizione di una visione di città incentrata sul potenziamento di una vocazione turistica che mai prima d’ora era stata presa in considerazione sul nostro territorio.
Oggi nella ex-città delle acque, ormai priva di identità progettuale ed amministrativa, si registra solo una impressionante fibrillazione di sedicenti addetti ai lavori che, attraverso una girandola di incontri, tentano di riciclarsi nella speranza di potersi proporre all’attenzione dell’elettorato, in un coacervo di improbabili e rabberciate coalizioni di comodo, pur di poter occupare uno scranno nella prestigiosa Sala Falcone&Borsellino ubicata in quel di Palazzo Farnese.
E nell’attesa dell’auspicato, quanto imminente, pronunciamento del Consiglio di Stato e della I^ sezione Civile del Tribunale di Taz, ai posteri l’ardua sentenza!

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