Nella foto: Luigi Cirillo, Carmine Cirillo e Matteo Curcio.

(di Frank Tracchia) Ebbene sì. Anche gli esponenti locali del M5S si sono dimostrati “uguali agli altri”, magari alla vecchia democrazia cristiana, quando si è trattato di dover “giocare” con la politica e con il potere. E, a quanto sembra, quando si è trattato di dover apporre qualche “paletto” nelle candidature per le elezioni del 10 giugno non si sono fatti alcuno scrupolo a chiedere la rinuncia scritta a una candidata al consiglio comunale per premiare chi, lo vedremo a breve, fu meritevole agli occhi del padre padrone del M5S Stabia, Luigi Cirillo. Un esempio? Subito! Il classico “uno vale uno”, nei fatti, viene sdoganato definitamente dai Cirillo’s degni della primissima repubblica che, pochi giorni dopo le elezioni degli Rsu al Comune di Castellammare di Stabia, era la fine del mese di aprile, scelsero Cristina Curcio (figlia di Matteo) capolista e rappresentante sindacale del Comune, poi rieletto insieme al padre del consigliere regionale del M5S, Luigi Cirillo, che si presentava per la primissima volta. Uno non vale più uno per i Cirillo’s e per il M5S a Castellammare… Fate il vostro gioco. #Chapeau!

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