(Red) – Oggi è giornata di festa nella sinistra stabiese: tutti felici e radiosi a seguito dell’ennesima apertura delle buste, contenenti le offerte pervenute a margine del bando per la vendita dei beni non strategici pubblicato circa un mese fa dal liquidatore di Sint, dott. Vincenzo Sica, e contenenti una sola ed unica offerta, peraltro dichiarata irricevibile in quanto frutto delle sinistre elucubrazioni di due dipendenti ispirati, molto probabilmente, da qualche “masterchef” indigeno .

SINTetizzando, si potrebbe configurare che, in questa interminabile storia, la sinistra stabiese ed i suoi accoliti nell’esercizio amministrativo del potere esercitato alla guida della città e delle sue partecipate abbia pianificato, in circa trent’anni, con certosina pazienza la negativa “evoluzione” della situazione economica-amministrativa che è letteralmente esplosa durante la gestione Vanacore al punto da indurre il commissario prefettizio, dott. Cupello, a dichiarare lo stato di liquidazione della società in house di cui il Comune detiene l’intero pacchetto azionario.

E pensare che un importante, e decisivo, contributo alla causa è stato dato anche dal consigliere Scala, oggi all’opposizione in questa consiliatura, che non molti anni orsono è stato anche un autorevole membro del Consiglio di Amministrazione della Sint, e molto probabilmente in quegli anni ne avrà visto passare di bilanci in permanente e costante perdita attraverso le riunioni del CdA che provvedeva comunque alla loro approvazione. Oggi sembra scandalizzato dalla situazione economica in cui versa la società che, solo per ricordarlo, risulta debitrice del Comune stabiese per circa 1.700.000,00 euro  a seguito dell’operazione Monte Paschi di Siena (ma guarda un po’) per la concessione di un mutuo contratto al fine di pagare il riscatto delle quote azionarie Ex Eagat, di proprietà del Ministero del Tesoro, per evitare che queste quote fossero acquistate dalla regione Campania, all’epoca governata dal tanto vituperato Rastrelli. Eppure, l’Amministrazione Cimmino, sta tentando in tutti i modi di evitare il fallimento e l’aggressione dei creditori al patrimonio del Solaro, e la testimonianza è quella che il liquidatore ha inserito nel bando solo il pallone geodetico e l’area di parcheggio di Viale delle Puglie, escludendo addirittura dalla vendita i campi da tennis. Questa scelta è stata una strada obbligata in considerazione del contenzioso aperto con Bnl che risulta creditrice di una cifra che si aggira sui 250.000,00 euro e che, grazie alla decisione della magistratura, potrebbe recuperare attraverso la vendita dei beni, un operazione che consentirebbe anche ad altri creditori di poter trovare ristoro per i crediti vantati. Intanto su questa vicenda si esprimono tutti, finanche il “Redivivo” Andrea Di Martino che, avendo dimenticato di aver svolto il ruolo di assessore al bilancio ed alle partecipate, riesce addirittura ad accusare l’amministrazione di aver intrapreso un iniziativa approssimativa e fallimentare.

Dimenticando non solo il ruolo svolto, e sicuramente non nel migliore dei modi in quanto pochi lo ricorderanno per questo, il buon Di Martino ha addirittura cancellato dalla propria labile memoria i bandi di tentata vendita dell’hotel delle Terme, del pallone geodetico e del parcheggio di Viale Delle Puglie, emanati a cura dell’amministrazione Pannullo, ma ha anche cancellato dalla memoria il fallimento dei bandi relativi al Project Financing, delle antiche Terme, quelli relativi al Parco del Solaro per l’apertura di un polo di ristorazione, e delle tante risorse pubbliche sprecate in nome di inutili tentativi lanciati alla rinfusa solo al fine di soddisfare le salate parcelle di approssimativi e presunti tecnici del settore. E meno male che le cifre di valutazione, ai fini della quantificazione economica del valore dei beni, delle particelle interessate sono state redatte dal CTU del Tribunale di Torre Annunziata. I pasticci dei pasticcieri del passato restano figli dell’inerzia e dell’incapacità del centrosinistra che ha regalato alla città “Debiti senza Frontiere”, perché la loro strategia rimane sempre e solo quella di scaricare i debiti sulle spalle della collettività!

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