(di Red) – Una giornata afosa quella di lunedì 15 luglio, alle 12,30 un capannello di persone che confabulano davanti a palazzo Farnese, tante facce sconosciute, forestiere, ma basta un rapido colpo d’occhio per rendersi conto che sono delle persone serie e molto riservate che si intrattengono nell’attesa di qualcosa o qualcuno che sembra non arrivare. Poi si avvicina qualcuno, sussurra qualcosa a tutti gli astanti che ascoltano con molta attenzione e, rapidamente si portano alla porta di accesso del palazzo di città e, in maniera composta e spedita, accedono attraverso l’ingresso per portarsi casomai presso qualche ufficio dello stabile. Normali accessi al palazzo, di governo della città, in una normalissima cittadina avvolta dal caldo asfissiante di una giornata di mezza estate. Il giorno dopo, nel percorrere le strade della città, l’attenzione degli stabiesi è tutta per le locandine esposte nelle edicole che, con titoli squillanti, annunciano: “I Francesi si prendono le Terme”! La città va in fibrillazione, le opposizioni sul piede di guerra ad impartire lezioni procedurali che attengono le competenze di chi è deputato, per eccellenza, a decidere eventualmente la sorte dell’ex stabilimento termale del Solaro, pur avendo deciso in precedenza di mandare in liquidazione Terme di Stabia, ed altri obbrobri amministrativi, in maniera autonoma e senza le minime condizioni del rispetto della legalità. Un comportamento che, come si dice dalle nostre parti, rende bene l’idea attraverso la declinazione di un vecchio proverbio che testualmente recita: “Quann’ ‘o mare è calmo, ogni strunz è marenaro”. Orbene, ma cosa è accaduto realmente durante questo incontro e chi ha filtrato le notizie riprese dalla stampa locale? Semplice, è accaduto che questo gruppo era l’unico che ancora non aveva incontrato il liquidatore, Enzo Sica, e che appena si sono create le condizioni, previo appuntamento, hanno inteso presentare il loro progetto a Sica in presenza del sindaco Cimmino. Chi ha presenziato all’incontro? Sicuramente qualcuno che, ben individuato, ha raccontato al proprio referente esterno (della famiglia Piddina) quello che era accaduto nell’incontro, senza tener conto che questo confronto interlocutorio e conoscitivo non doveva, né poteva, essere reso pubblico e che, questo atteggiamento, potrebbe essere punito molto severamente, ha determinato una gaffe molto seria nei riguardi di seri ed interessati imprenditori stranieri. Un atteggiamento veramente misero ed eticamente scorretto, finalizzato a determinare solo un serio danno di immagine che potrebbe compromettere, negativamente, gli esiti di un futuro rapporto commerciale di questa imprenditoria con la nostra città. La finalità? L’invidia personale e politica di chi, pagato dalle istituzioni lavora contro gli interessi delle stesse, della città e degli stabiesi. A quanto seri provvedimenti da assumere nei confronti di questa squallida ed infima persona, considerato che non è la prima volta che accade un simile fatto? Ah, saperlo!!!

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