(di Red) – Un Partito Democratico arrembante che, pur di tentare di recuperare una piccola percentuale del proprio elettorato bulgaro almeno  fino a qualche anno fa, oggi abbandona il confronto politico e sconfina nel più bieco e becero personalismo attraverso i velenosi, e squallidi, comunicati stampa inoltrati in queste ultime settimane. Un nucleo di appassionati e praticanti di misere “Contumelie condominiali”, tale ormai è quello che è diventato questo circolo  stabiese che, una volta, era un grande partito capace di interpretare le istanze e le esigenze dei cittadini e di trasformarle, in sinergia e nel rispetto degli alleati politici,  in programmi e progetti mirati a migliorare la qualità della vita della cittadinanza. Quando un modestissimo circoletto, come quello stabiese, arriva ad impettirsi enumerando addirittura la realizzazione di progetti ed opere che avrebbero presumibilmente realizzate, dimenticano che tutti quei progetti di cui alla stesura ed alla loro realizzazione hanno pure lavorato insieme a Di Nardo, in disparte di qualcuna giunta a buon fine, sono rimaste tutte opere incompiute e per niente funzionali alla fruibilità della cittadinanza. Potremmo stilare un lunghissimo elenco, a partire dalla Biblioteca comunale sino ad approdare al Centro commerciale naturale e alla Villa Comunale, passando per le Ancelle, il rifacimento di via De Gasperi, la gestione del piano funzionale delle Terme e del loro fallimento, di Sint e tanto altro ancora, opere che hanno registrato l’impegno di notevoli risorse economiche che oggi, considerata la mala gestio e la cattiva realizzazione delle opere, rischiano seriamente di riverberarsi sulle tasche degli incolpevoli cittadini stabiesi. Queste rappresentano solo alcune delle molteplici motivazioni che hanno determinato la rottura del gruppo Di Nardo con questo centrosinistra arrogante e spocchioso, del resto la protervia dei loro comportamenti passa proprio attraverso due particolari ed emblematiche vicende amministrative. La prima vicenda attiene il comune di Napoli dove, a seguito delle dimissioni della Valente richieste in modo pressante da chi all’epoca ha dimostrato di essere mosso più dallo spirito di rivalsa personale, che dalla battaglia in nome della città di Napoli, approdando alla seconda che attiene la teatrale vicenda delle reiterate minacce politiche rivolte agli assessori, quale riferimento del gruppo dei moderati, per finire poi alla pressante ed insistente richiesta di dimissioni, pena la rimozione, dell’assessore alle finanze per motivi che poco o nulla avevano a che fare con le normali attività amministrative e la realizzazione intransigente dell’accordo politico di programma. Del resto se a parlare, ed a redigere questi documenti, sono gli stessi personaggi che hanno dettato legge ininterrottamente nel governo della città dal 2013 fino al 5 febbraio 2018, non riesce difficile intuire, se non proprio capire, i motivi per cui oggi chi li conosce li evita. E’ solo per questo che Di Nardo ha scelto di evitarli, evidentemente li conosce proprio bene. Azzzzzzzzzzzzzzz

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