(Red) – Domenico De Siano, senatore di Forza Italia e coordinatore regionale del partito campano, è stato sconfitto all’inedito ballottaggio Lacchese da Giacomo Pascale. L’aspirante sindaco, sonoramente sconfitto, ha commentato la sua sconfitta elettorale solo attraverso poche e laconiche righe affidate ad un semplice messaggino. «Lacco Ameno ha scelto e il popolo è sovrano» ha esordito il senatore, aggiungendo: «Auguro buon lavoro al mio avversario e al nuovo sindaco di Lacco Ameno. Ringrazio i miei 1459 elettori che, ancora una volta mi hanno dato la loro fiducia e a tutti i miei concittadini, assicuriamo un’opposizione dura, inflessibile e costruttiva per il domani di Lacco Ameno – concludendo con un malinconico – Grazie ancora… ». Una sconfitta inaspettata, quella subita al ballottaggio, dall’uomo forte dei “Cesaroni” Campani, una vera debacle se a questa sconfitta si aggiunge la mancata elezione degli uomini, e donne, appartenenti  alla “cordata Cesaroniana” alle regionali del 20 e 21 settembre. Un partito tramortito, quello del Cavaliere, che nel corso dell’ultimo quinquennio ha perso il 75% circa del proprio elettorato, registrando una percentuale sconosciuta nell’emisfero berlusconiano della regione. Ancora qualche giorno e, dopo aver digerito l’amara delusione, arriverà sicuramente  il tempo dell’analisi del voto, un momento molto delicato dove De Siano, Cesaro, e l’intero seguito dei loro fidi giullari, cercheranno di capire che cosa non ha veramente funzionato in un partito che, “un giorno all’improvviso”, si è ritrovato a dover fare i conti con una massiccia “emigrazione” di uomini e donne transitati in altri partiti di cui tantissimi, saltando addirittura lo steccato, sono andati ad arricchire l’Arca del governatore tritatutto. Adesso bisogna affrontare questa nuova realtà attraverso un serrato confronto interno, commentare ed analizzare questo rovinoso dato elettorale e provare, laddove fosse necessario, a lasciare questo partito nelle mani di una nuova classe dirigente che sappia ricucire il rapporto con la gente del territorio, interpretandone esigenze e necessità, al fine di ricostruire un leale rapporto di fiducia con i cittadini elettori capace di testimoniare il sano principio di un impegno mirato alla esclusiva tutela del bene comune.

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