(di Carcar) – La città appare tranquilla, ma in giro cresce la fibrillazione dei cittadini e dei partiti che si accingono a preparare le liste per affrontare, almeno sotto l’aspetto organizzativo, la tornata elettorale del 27 maggio p.v.. Fervono i preparativi, si moltiplicano gli incontri, si argomenta e si ragiona tra gli addetti ai lavori ma, almeno fino a questo momento, in giro si sente parlare poco, ed in taluni casi per niente, del progetto programmatico da presentare agli elettori che spieghi almeno la propria visione della città e di quello che occorrerebbe mettere in campo per migliorarla se non addirittura cambiarla. La percezione registrata è

quella che “ognuno cerchi altri” per creare aggregazioni che possano risultare alla fine vincenti, tanti disponibili a smettere magliette e sigle di partito che, in questo particolare momento, appaiono imbarazzanti se non addirittura la panacea di tutti i mali del paese e della città ex delle acque. Pertanto, nella città ex laboratorio politico di interesse nazionale, si profilano nuove ed inedite aggregazioni che daranno luogo ad alleanze impensabili che dovrebbero, in uno step successivo, governare una città divenuta oramai post-industriale, mai diventata turistica, con il 67% di disoccupazione, il commercio al limite del collasso ed un disastro sociale senza limiti che sembra aver coinvolto anche il ceto medio stabiese. La “Rivoluzione” venuta dalle urne, lo scorso 4 Marzo, guidata e voluta dal “cittadino Di Maio” non ha evidentemente ancora chiarito a sufficienza le idee a quanti, sprezzanti delle vere esigenze dei cittadini elettori, continuano a pensare di poter utilizzare i loro pacchettini di voti al fine di realizzare miserabili e beceri disegni personali e che, dopo aver fatto parte dell’assise comunale per due o più consiliature, oggi tornano in campo per garantirsi l’ennesima, ed inutile per la città, elezione nell’assise di palazzo Farnese. In assenza di una seria analisi del voto politico registrato in città, senza un progetto politico mirato che indichi ai cittadini cosa e perchè dovrebbe diventare Castellammare, senza spiegare quali soluzioni adottare al fine di rilanciare un serio progetto per le opere pubbliche ferme a quelle della stagione del 2007, le “bande civiche” continuano ad organizzarsi sugli antichi e sperimentati stereotipi delle precedenti elezioni comunali così come se il 4 Marzo fosse solo una data da ricordare, magari pensando che sia stato un giorno importante che ha visto venire alla luce un grande, nonché unico nel suo genere, cantautore. Questo è il vero suicidio che favorirà, molto sicuramente, l’affermazione degli incapaci e dell’antipolitica per eccellenza, in questo modo, il 27 maggio p.v., diventerà l’apoteosi del “Nulla politico e programmatico” che potrebbe affossare, in maniera definitiva, la nostra meravigliosa città.







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