(Carlo Carrillo) – Una triste storia quella del fallimento delle Terme di Stabia, non solo per le gravi ed ingenti perdite economiche registrate nè per il depauperamento immobiliare che ne è conseguito, ma soprattutto per le centinaia di posti di lavoro che si sono volatilizzati privando la città della produzione di un reddito vero che contribuiva, in maniera molto significativa ed importante, ad alimentare anche attività relative all’indotto orbitante intorno allo stabilimento termale. Il fallimento, fortemente voluto dal P.D. locale, ha viceversa determinato un accanimento, particolarmente vorace, di un gruppo di professionisti nel ramo fallimentare che vede protagonisti, ma guarda un po’, uomini molto vicini, se non diretta espressione, di quella classe politica dirigente del P.D. stabiese che ha dichiarato la messa in liquidazione e successivamente il fallimento di Terme di Stabia. Ma veniamo ai fatti. Il sindaco Cuomo, segretario uscente del P.D. stabiese, fu eletto sindaco nel giugno del 2013 in seguito al vittorioso ballottaggio con Antonio Pentangelo candidato del centrodestra locale. A dirigere lo staff elettorale di Cuomo il potente cognato, Paolo Giugliano, noto commercialista stabiese ed ex presidente dell’ordine professionale. Cuomo nel corso della sua lunga ed impegnativa campagna elettorale promise, tra l’altro, che non avrebbe mai chiuso ciò che suo nonno aveva fortemente voluto. Risulta lapalissiano che questo impegno si riferisse alle Terme di Stabia in gravi difficoltà economiche e con le maestranze, in procinto di affrontare un difficile periodo, che avrebbe potuto portarle alla possibile perdita del lavoro. Orbene, Cuomo fu eletto anche con l’apporto di tutti i lavoratori termali che avevano fortemente creduto nell’impegno assunto dal sindaco in campagna elettorale, il quale, subito dopo la sua elezione, provvide con immediatezza a nominare il proprio staff di collaboratori e, manco a dirlo, provate ad indovinare chi nominò a capo di questo staff? Facile la risposta, a capo dello staff del sindaco fu designato Paolo Giugliano che, appena nominato, si mise al lavoro con un gruppo di staffisti dichiarando di svolgere questo ruolo, così come anche gli altri due, a titolo gratuito. Immediatamente Cuomo si attivò ed il 9 di agosto 2013 nominò anche Fulvio Sammaria A.U. di Terme di Stabia, un nome che pochi conoscevano in città ma, sicuramente, molto noto al “Tutor” del sindaco che, a quanto si sussurra in giro, avrebbe avuto rapporti di lavoro con il nuovo amministratore di Terme ed avrebbe, sempre secondo voci molto accreditate, appoggiato in maniera determinante la sua candidatura, tanto da farlo eleggere, nel consiglio dell’ordine dei commercialisti della provincia di Napoli. Una storia di conoscenze, intrecci e rapporti preferenziali che si ripete molto spesso, al punto che in questo giro vizioso di relazioni scopriamo, grazie al lavoro di un ostinato ed intraprendente collega, che nel giro delle “amicizie” di Giugliano emerge anche un professionista torrese, un certo Massimo Sequino, beccato da Stabia24 sotto lo studio del Tutor di Cuomo, nominato successivamente, ma guarda un po’, curatore fallimentare di Terme di Stabia.           Questa la premessa di quanto è accaduto precedentemente al fallimento di Terme di Stabia e che, in disparte la storica cronologia, serve per aiutare i cittadini stabiesi, oltre che gli stessi termali, a tentare di comprendere il comportamento di una determinata classe dirigente della nostra città che, dopo aver dichiarato in tutte le salse la gratuità delle loro prestazioni, si sono attivate con le insinuazioni al passivo fallimentare di terme, presentate oltre il termine, pur di potersi vedere liquidare super-parcelle da decine di migliaia di euro(vedi caso Ostieri, Perillo e Tarzia). Ed ecco spuntare, dopo quelle del trio piddino, anche “l’insinuazione al passivo in prededuzione” di Paolo Giugliano, cognato Tutor del sindaco Cuomo protagonista della messa in liquidazione di Terme, salvo poi indicare a Sammaria il percorso fallimentare della società. Paolo Giugliano, al tempo della sua “gratuita collaborazione” con Cuomo, balzò al centro della vicenda politica stabiese al punto che, una parte del gruppo consiliare del P.D., fu costretta a chiedere al Sindaco il suo siluramento dall’incarico ricoperto, salvo poi scoprire che questa motivazione fu una delle tante che spaccarono il gruppo consiliare e la successiva sfiducia a Cuomo sottoscritta da alcuni consiglieri comunali attestatisi sull’aventino. Un intreccio che appare ingarbugliato, forse incomprensibile, ma che solleva un alone di sospetti e malumori tra gli addetti ai lavori, ma, questione ancora più importante, assume anche una connotazione di beffa per gli ex lavoratori termali che, da creditori privilegiati, vedranno centinaia di migliaia di euro andare in “fumo” per la riscossione in prededuzione di decine di professionisti incaricati, e forse non per caso, prima che Terme di Stabia esalasse l’ultimo respiro. Ah però, però, però! (1-Continua)
Castellammare di Stabia lì 05/11/2017

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