(di Red) – Ieri sera, intorno alle 21,15 di una calda serata autunnale, nei pressi della farmacia in via Tavernola, a Castellammare di Stabia, un gruppo di persone erano immerse in un capannello a discutere in maniera fitta tra loro. Sin qui nulla di straordinario se non fosse che, in quel nutrito capannello, sia stata notata l’ingombrante presenza del coordinatore della Lega stabiese, Giovanni Tito, che in compagnia dell’impalpabile consigliere comunale sovranista, Giulio Morlino,  discutevano in combriccola con il noto politico sammaritano Carlo Longobardi, sponsor di Alfano e Di Martino alle ultime comunali, di Ernesto Manfredonia e con la partecipazione straordinaria di altre quattro persone tra le quali, il nostro attento informatore, sarebbe stata notata anche la presenza di Alfonso Schettino che, evidentemente rinfrancato dall’escursione sul Po, sembrava voler assumere la paternità di una “virtuale leadership” in uno sparuto gruppo Leghista senza legami. Si presuppone che la “LEGAle” presenza, di quel gruppetto leghista, in quel luogo possa essere la risultanza di un incontro chiarificatore convocato, molto probabilmente dal potente Carlo Longobardi, a seguito della coda polemica emersa in questi ultimi giorni e, precisamente, dopo un articolo pubblicato dalla nostra testata e la solenne sbornia maturata a seguito delle numerose bottiglie della miracolosa “acqua della padania” ingurgitate dall’ingegnere ai “verdicchi” festeggiamenti Pontidiani dei seguaci di Alberto da Giussano. Al netto delle fantasiose ipotesi giornalistiche, nasce spontanea una domanda: Ma per quale motivo è stato convocato un summit di così alto profilo della cupola leghista stabiese? Il prode Schettino, leggendario protagonista della stoica battaglia di Legnano, ha forse deciso di stringere i tempi per poter finalmente acquisire il titolo necessario al fine di ritornare a sedere nelle stanze che contano? E’ vero che la “Politica” è diventata uno strano e sconosciuto pianeta dalle nostre parti, ma è lecito chiedersi con quale faccia potrebbe pretendere di sedere ad un tavolo di una coalizione, che non solo ha combattuto ed osteggiato in campagna elettorale, con la quale non ha condiviso neanche uno straccio di punto del programma politico ed avendo avversato gli interessi politici della stessa Lega nella competizione alle comunali? Questa potrebbe essere la paradossale situazione che, nel caso si dovesse addivenire a questa soluzione, rischierebbe di creare non pochi disagi e problemi in una maggioranza che, almeno sino ad oggi, appare compatta e coesa intorno al sindaco Cimmino. ‘E chest’è!!!

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