(Redazionale) – La questione “Lega stabiese” sta assumendo la connotazione di un vero e proprio assalto alla baionetta pur di assumere la guida politica di questo importante partito, alleato del centrodestra capeggiato da Gaetano Cimmino, nell’importante scacchiere politico stabiese. Un consigliere comunale, 620 voti conseguiti e primo consigliere comunale eletto in assoluto in Campania in una lista del “Carroccio”; una lieta sorpresa quella che ha riservato l’elettorato della ex Stalingrado del Sud al partito del Ministro degli Interni Matteo Salvini, un risultato inaspettato ma fortemente voluto da un manipolo di gente comune, persone mai impegnate in politica attiva, che hanno lottato ed ottenuto questo eccezionale risultato. L’insediamento del nuovissimo consiglio comunale, e le prime apparizioni pubbliche, ha evidenziato i ragionevoli problemi di adattamento di ben 12 nuovi consiglieri comunali, su 15 eletti, che hanno manifestato sin da subito i limiti del neofita eletto per prima volta nell’assise comunale. Nel frattempo, i politici di professione, ossia gli sconfitti che nelle ultime consultazioni amministrative militavano in altre coalizioni politiche, una volta metabolizzato il risultato negativo venuto fuori dalle urne hanno ricominciato ad elaborare piani e progetti per ritornare in auge, oltre che a contare, nel governo della città. Una operazione a tutto tondo che gli uomini di Carlo Longobardi, approdato alla Lega via Nespoli, starebbero tentando di chiudere sfruttando alcuni “mal di pancia” che, si sussurra, siano montati nel gruppo consiliare di Forza Italia. In effetti, a voler dar credito alla gola profonda, sarebbe stato il malcontento dichiarato di due consiglieri forzisti a convincere l’ex sindaco sammaritano a muovere le sue pedine sul territorio stabiese dimezzando gli azzurri, fiaccandoli, ed al tempo stesso rientrare con la sua schiera di fedelissimi sotto la sapiente regia di Alfonso Schettino che, sempre secondo la nostra fonte, avrebbe avuto il compito di coinvolgere Michele Sanzone, ex Udc già fedele corazziere di Vozza, per completare la “Transumanza” con il consigliere comunale in quota ex UDC. In definitiva un piano ben congegnato che, secondo il “Longobardo” disegno, potrebbe far lievitare in maniera esponenziale il gruppo consiliare leghista contando di poter annoverare, alla fine dell’operazione, addirittura ben quattro consiglieri comunali Morlino compreso. Un bel successo, nulla da eccepire, anche perché potendo contare sul forte potere delle “messe Cantate” in tal modo sarebbe passata, quasi inosservata, l’operazione di allargare ulteriormente l’organico del gruppo con la classica ciliegina sulla torta che, a nostro avviso, avrebbe rappresentato la trionfale adesione al gruppo della “Reginetta delle Preferenze stabiesi” con tutto il suo incommensurabile bagaglio della sezione 44 del Rione Cicerone. Un gruppo consiliare che, in meno di un anno, avrebbe quintuplicato la propria rappresentanza diventando, dopo quello della lista Cimmino Sindaco di Stabia”, il secondo gruppo consiliare di palazzo Farnese e primo partito della città. Niente male, un colpo da maestro, ma interpellato a telefono sulla questione dalla nostra redazione, il capogruppo di F.I., Antonio Cimmino debitamente informato sugli sviluppi che l’evoluzione della vicenda potrebbe determinare, ha chiosato: “Se qualcuno avesse capito qualcosa di diverso, in relazione al confronto ed alle problematiche interne di Forza Italia, tengo a precisare che nulla al momento lascia presagire scenari apocalittici all’interno del nostro partito e se, putacaso, si dovesse verificare qualche insanabile frattura con il mio partito consentitemi di sottolineare che il primo a saperlo, dopo i vertici di F.I., sarebbe proprio il sindaco Gaetano Cimmino. Quindi, se hanno capito qualcosa di diverso, dalle mie precise parole, è bene che se ne facciano una ragione, il sottoscritto non tirerà la volata a nessuno. Sia ben chiaro”. A questo punto, alla Penelope di turno, non resta altro che ricominciare a tessere la tela per un nuovo tentativo perché, a quel che appare, questo è definitivamente fallito. Almeno!

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