(C.S.) FdI confida, oggi più che mai, nella Giustizia con la speranza che la Magistratura amministrativa chiuda quanto prima questa annosa vicenda giudiziaria che tiene in stallo la Città oramai da circa due anni e dia la possibilità alla Politica cittadina tutta di ritornare protagonista dello scenario democratico e di guardare avanti in maniera serena e propositiva con l’obiettivo e l’intento di salvaguardare gli interessi imprescindibili della comunità e di concentrarsi finalmente sullo sviluppo delle enormi potenzialità naturali ed inespresse della Città.

Speriamo che la Città possa liberarsi quanto prima del marchio infamante del quale è stata ingiustamente marchiata.

Ora infatti si riapre l’intero scenario processuale.

Nel processo di primo grado non è stata depositata agli atti del giudizio la fase dell’attività istruttoria portata avanti dalla commissione Prefettizia mettendo il TAR nelle condizioni di non poter esercitare il suo mandato nelle condizioni complete.

Ancora, la sentenza resa dal TAR secondo il Consiglio di Stato è generica e meramente apparente rispetto agli elementi indiziari esplicitati nel decreto ministeriale.

Queste due constatazioni rendono la sentenza emessa fondata sul principio amministrativo del “più che probabile che non” (tamquam non esset).

Ad una nuova sezione del TAR l’onere di approfondire le motivazioni del ricorso proposto dai ricorrenti e verificare la legittimità del decreto ministeriale con argomentazioni precise, chiare ed approfondite, e di conseguenza, “non astratte”.

Dal punto di vista processuale siamo al punto di partenza.

Castellammare di Stabia, lì 17.11.23                                        Il coordinatore cittadino

                                                                                                            Michele Aprea

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