(Red) – Erano anni che Pannullo e Di Martino si evitavano, e precisamente da quel letale 5 di febbraio 2018. Ossia da quando, un gruppo di consiglieri comunali, decise di recarsi dal notaio in una piovosa sera, in quel di Gragnano, per sfiduciare Pannullo. Un sindaco che nella gloriosa storia amministrativa stabiese ha rappresentato una meteora, tanto velocemente è trascorsa la sua consiliatura. Uno “schiaffo politico” che ancora brucia all’ex Sindaco amico di Lotti che, proprio a causa del suo brevissimo regno, fu soprannominato “Tonino il Breve”. Ancora si respirano nell’aria le accuse incrociate, attraverso l’amplificazione dei media, che i due contendenti riuscirono a scambiarsi tra febbraio e marzo del 2018. Accuse al vetriolo, ed al limite della querela, che fecero molto scalpore in quel particolare periodo proprio a ridosso della campagna elettorale delle comunali, allora imminenti. Oggi invece, i due ex-nemici di un tempo, si sono ritrovati a militare nella stessa formazione politica fondata da Matteo Renzi e, facendo di necessità virtù, si sono riappacificati proprio sull’area portuale dove, comodamente seduti a mirar bellezze, hanno sancito un patto di rinnovata amicizia fumando il “Calumet” della pace. Al centro la questione relativa alla realizzazione dell’Hub crocieristico, dove i due hanno rappresentato il timore, quello espresso dai lavoratori Fincantieri, di eventuali ripercussioni sulle attività del cantiere navale. Destinataria del messaggio, ed interlocutrice naturale, delle preoccupazioni manifestate in piazza venerdì scorso è stata la Bellanova, sottosegretaria di riferimento dei due neo-amici che, almeno per il momento, stanno solo affilando le armi al fine di ottenere la candidatura a sindaco alle prossime comunali del 2023. Una notizia che ha fatto molto rumore in città, anche perché la notizia è stata riportata, con tanto di fotografia a corredo, dal quotidiano locale che ha sottolineato l’importanza di questo riallineamento, sotto un unico vessillo, in evidente e netto contrasto con quei consiglieri alleati che avevano dovuto subire le funeste ire del “Prode Tonino il breve” proprio nei giorni immediatamente successivi alla fine del suo brevissimo regno. A fronte di questa improvvida scelta, l’unico alleato che continua a dar credito a Di Martino, a tutt’oggi, resta solo il solitario pentastellino Nappi. Ma del resto costa poco cercare un poco di blu dove il blu non c’è!

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