(Red) – Continua a salire la tensione nel complesso scenario politico stabiese, infatti, dopo gli ultimi effervescenti avvenimenti che abbiamo provato a raccontare ai nostri affezionati lettori, torna alla ribalta della scena politica cittadina Tony Pannullo, il penultimo Sindaco della città che ha ricoperto questo prestigioso ruolo per appena 19 mesi, dalla fine di giugno 2016 alla fine di gennaio 2018, trombato da un complotto politico organizzato, gestito e orchestrato, dal suo ex-vicesindaco che, attraverso una magistrale operazione trasversale, riuscì a condurre ben 13 ex-consiglieri comunali a sottoscrivere la sfiducia a Pannullo nello studio di un noto Notaio di Gragnano.

Il nostro ex-sindaco, dopo aver attraversato un lungo periodo di silenzio politico e dopo un brevissimo tour attraverso una forza politica diversa dal PD, oggi in totale disaccordo con il potente Consigliere Regionale di Italia Viva (Francesco Iovino), ha scelto di percorrere la strada del civismo insieme ad un altro potente ex-sindaco stabiese nel tentativo di creare una diversa aggregazione civica, nel caso la segreteria del PD decida di avocare a se la scelta del candidato sindaco del Csx stabiese, disponibile a chiudere il patto di alleanza con i Dem. Nel corso di una intervista rilasciata al quotidiano Metropolis, Pannullo ha provato, dopo aver spiato dalla serratura in casa DEM e al termine di un’analisi superficiale, frettolosa e riduttiva, a dare indicazioni sulla strada da seguire per un partito che ha abbandonato da circa tre anni. Nel corso delle sue esternazioni, Pannullo ha detto: “In questi due anni è successo troppo poco, soprattutto se relazionato ad un fenomeno estremamente importante come lo scioglimento per Infiltrazioni camorristiche. Abbiamo trovato che si è seduta su questo provvedimento come se rappresentasse un manto di conclusione di un periodo storico, senza capire che bisognava guardare al futuro. Esisteva una opportunità fantastica per entrambi gli schieramenti, a prescindere dalle responsabilità, quindi anche per il Centrodestra. Oggi si trovano soltanto ad una elaborazione del lutto, sono rimasti al palo immaginando di poter trovare le loro ragioni nelle sedi giudiziarie ma, purtroppo per loro, è stato confermato lo scioglimento e alcuni provvedimenti di incandidabilità. Il Pd invece si è chiuso nel proprio fortino. Non si è allargato ad una discussione sui temi della città. Si è persa un’occasione per compiere un salto di qualità. E drammaticamente questo lo stiamo vivendo adesso, con un alimentarsi di una sommatoria di liste che, secondo me, avranno respiro corto. Il Campo Largo era, a mio avviso, un’operazione sulla carta fattibile, ma ci sarebbe voluto un PD autorevole che all’indomani dell’estate scendesse in campo con un programma definito e, senza nascondersi dietro alle parole programma, condivisione, alleanze, esprimendo un candidato Sindaco di spessore. Oggi siamo in netto ritardo” (lapsus freudiano? Ndr). Queste le analisi della prima parte del Pannulliano pensiero raccolto dal giornalista di Metropolis, nate da uno sguardo furtivo infilato con insistenza nella serratura di casa PD e per scontrufo in quella del CDX. In effetti si tratta di considerazioni prive della necessaria conoscenza dei fatti, sia per quanto riguarda il “Pollaio” piddino sia quanto attiene il centrodestra stabiese che, per nostra conoscenza dei fatti, non si è mai lasciato andare ad alcuna manifestazione finalizzata ad elaborare il pannulliano lutto, preso atto della grande energia profusa per confutare energicamente le “traveggole” di una Commissione di Accesso asservita al “potere politico” del Csx che, travisando narrazione e fatti, ha predisposto un’informativa giudiziaria che, nelle sedi deputate, ha dimostrato la labilità della relazione la quale, diversamente da quanto è accaduto nella Piddina città di Torre Annunziata, non ha registrato alcun Avviso di Garanzia, né rinvii a giudizio per accuse di Associazione Camorristica ed infine, non ha registrato alcun arresto. Inoltre, le condanne di incandidabilità irrogate al Sindaco Cimmino, con Calì e Russo, attengono ad “un omesso controllo sugli atti prodotti dai Dirigenti Comunali”, in sostanza per non aver controllato il loro operato che, secondo la normativa vigente, è competenza esclusiva del Segretario Comunale ottemperare a questo compito. Peraltro, i Dirigenti comunali che, secondo la 1^ Sezione Civile sarebbero responsabili della mala gestio, sono stati premiati dalla Commissione anticamorra che governa la città da ormai due anni circa. Infine, è stata irrogata la stessa condanna di incandidabilità a Emanuele D’Apice, accusato di aver ringraziato il papà per l’educazione e il rispetto delle Istituzioni trasmessegli e, pertanto per apologia del ruolo del genitore defunto. Tanto, solo per ricordare i risultati venuti fuori dal percorso giudiziario. L’intervista Pannulliana nella seconda parte, continua con una lezione di politica alla segreteria provinciale Dem, dove suggerisce: “Da questa situazione se ne esce solo con un autorevole intervento del PD nazionale. E’ Marco Sarracino che si deve esprimere, con il sostegno degli autorevoli Consiglieri Regionali, ed in particolare con Mario Casillo. Ma ormai non c’è più tempo”. Così parlò l’ex-Sindaco, non il professore Bellavista, che ha guidato la città stabiese con una consiliatura che si è rivelata, grazie al suo ex-Vicesindaco, la più corta della storia politica e amministrativa della città. A queste parole, avendo letto con attenzione quanto dichiarato dall’ex amministratore, il segretario Peppe Giordano ha risposto attraverso un breve e laconico post su Facebook: “L’erba del vicino è sempre più verde. Mi torna alla mente questo antico proverbio, utilizzato da chi è invidioso dei risultati altrui e manifesta un disagio per il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati.  Oggi l’ex sindaco Pannullo, dopo aver abbandonato con la sua(?) forza politica il tavolo della coalizione in attesa di una fantomatica riunione provinciale, dopo aver preso parte ad incontri che hanno portato alla formazione di coalizioni civiche, dopo che per mesi ha lavorato per fare altro, discetta sul lavoro del PD, elargendo critiche e valutazioni da vero opinionista politico. Non una parola sull’atteggiamento di Italia Viva, d’altronde la sua è un’appartenenza alla persona, non ad un’idea ed a una comunità. 

Noi continuiamo per la strada intrapresa, con umiltà, coraggio e responsabilità, per il bene e nell’interesse della città e dei suoi cittadini”. Insomma, una faida tutta interna al Csx stabiese. Una domanda, in chiusura, formuliamo al segretario del PD: “Ma per quale motivo non si riunisce il direttivo locale per decidere, finalmente, il nome del candidato Sindaco del Pd stabiese”?

Questo è quanto avevamo il dovere di raccontare per i nostri lettori, per il resto, a domani!

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