(Red) – E dopo una guerra senza esclusione di colpi, iniziata nei primi giorni di novembre 2019, gli “stati generali dei piddini stabiesi” che si stanno tenendo sottotraccia con la sapiente, ed esperta, regia di madre Teresa che, Armata di santa pazienza e mille valide argomentazioni, sta tentando di far “scoppiare la pace” tra le diverse fazioni dei miliziani che sembrano determinati, ed “armati fino ai denti”, al fine di far prevalere(ognuno per la sua parte) le proprie ragioni per la presa della “poltrona” più ambita di quel di Corso Vittorio Emanuele 57 che, secondo l’ex segretario Nicola Corrado, rappresenterebbe “un pezzo fondamentale di storia democratica e di sinistra della nostra città, una storia sulla quale costruire una nuova traiettoria di futuro per Castellammare”. Questa affermazione, che risale agli ultimi giorni del 2017, fu veramente profetica, in senso molto negativo, per le sorti di un partito che sin d’allora dilaniato dalle faide interne determinò, di lì a qualche mese, la cosiddetta “rivoluzione gragnanese” che, attraverso l’apposizione della firma di un sufficiente e nutrito gruppo di consiglieri comunali in calce ad una mozione di sfiducia, decise in maniera irreversibile la caduta di “Tonino il Breve” ed il successivo isolamento politico del primo partito, in termini di consenso, della città delle acque. Oggi, così come allora, si ripropongono due diversi schieramenti, in disparte qualcuno che tenta di non lasciarsi coinvolgere restando fuori dall’arena, mentre attraverso una struggente missiva l’ex commissario tenta di riaccendere i riflettori sul quel tesseramento autunnale che, a suo avviso, sarebbe risultato galeotto ed alterato da manipolazioni di mani tutt’altro che disinteressate. Nel frattempo, attraverso alcuni post comparsi sui social, sembrerebbe che i “giochi” per la scelta del segretario cittadino siano giunti al capolinea, e sempre secondo “Radio Corso” sembrerebbe che il nome del prossimo segretario, così come accade ormai puntualmente da circa tre lustri, sia quello dell’ormai ex “Enfant Prodige”, nonché corradiano di ferro, Peppe Giordano. Un nome che ricorre spesso, da almeno cinque congressi cittadini, ma puntualmente “silurato” poi in sede di accordi e presto-fatto predisposti dai migliori chef stellati, grandi feudatari esperti in tesseramenti, di un partito che sembra soffrire il mancato esercizio del potere amministrativo e che arriva a sopravvivere solo grazie a quel “potere deteriore” che, ancora per poco tempo, riesce ad esercitare nell’ambito della sanità. Restiamo in attesa del risultato di questi momenti di interlocuzione che il Commissario cittadino, Teresa Armato, ha avviato nel tentativo di ricomporre il dialogo politico, ma i tempi sembrano stretti e le posizioni molto diversificate, oltre la notevole importanza che sembra assumere il grave deterioramento dei rapporti personali che sembrano aver contribuito, in maniera inequivocabile, a divaricare ancora di più le distanze tra gli attori in campo. A sabato il risultato di questa mission che, a nostro avviso, sembra a dir poco impossibile.

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