(Red) – Comincia a diventare incandescente il clima politico, e non solo per gli effetti della stagione estiva, nella città delle acque. Il motivo? Semplice, si avvicinano le consultazioni elettorali per le regionali e le opposizioni cittadine, ossia quelle che hanno governato Castellammare negli ultimi 30 anni esclusa la breve parentesi bobbianea,  si agitano nel tentativo di ottenere la visibilità mediatica al solo fine di raggranellare qualche pugno di voti per le stramaledette elezioni ormai alle porte. Parlano tutti, e parla pure un consigliere comunale che, dal 92′ ad oggi, ha ricoperto da giovanissimo importanti incarichi politici nello scacchiere di governo della città stabiese, delle sue partecipate, sia livello provinciale che, addirittura, a livello regionale per tornare poi, al fine di potersi rilanciarsi, nel consiglio comunale stabiese. Orbene, oggi pur militando in un partito che galleggia sullo 0,4% in termini di consenso elettorale, questo ancor giovane politico stabiese riesce a scoprire, attraverso un vero colpo di genio, che il PUM per decollare avrebbe bisogno di infrastrutture apposite. E questo lo scopre dopo che per quasi un trentennio ha giocato a governare, attraverso l’alleanza con variegate coalizioni centrosinistrate, la nostra città senza aver mai proposto un credibile progetto per restituire la città ai cittadini nel tentativo di costruire finalmente una comunità a misura d’uomo? Si, è proprio così, una presenza politica che non ha mai inciso in maniera decisiva sulla progettualità di una città dove la classe politica dirigente, del centrosinistra cittadino, ha consumato le proprie faide politiche attraverso vendette assurde e poco utili a ridisegnare una città che ha perso tutto a cominciare da quell’apparato industriale di via Alcide De Gasperi a quell’insediamento Termale delle Antiche Terme e del Solaro che, attraverso una politica clientelare ed ottusa, sono riusciti a portare al fallimento con decine di milioni di euro che andranno a ricadere sulle spalle di una comunità, quella stabiese, che avrebbe potuto rilanciare la propria innegabile vocazione turistica proprio attraverso il benessere termale. Ma tutto ciò è stato sempre osteggiato dalla politica negazionista di una sinistra ancorata a vecchi stereotipi che, come ben sostiene Alberto Irace, “Stanno li a testimoniarlo tutti gli scheletri delle fabbriche che ingombrano senza ragione le comunità. Gli strumenti di controllo pubblico e democratico hanno finito solo per essere un limite o al massimo un ostacolo da superare come si può, cercando scorciatoie e vie traverse.” Il sottosviluppo della nostra città rappresenta, per questa sinistra, solo uno strumento di controllo delle “clientele sinistroidali” che, per fortuna, alla luce delle nuove consultazioni elettorali continueranno a rimanere sotto quella soglia che non riuscirà a superare, nella migliore delle ipotesi, il 0,5% del consenso elettorale. E meno male!!!

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