(Red) – Un mattone da circa 3.800 battute, trentanove righe dattiloscritte in una ridondante e fumosa missiva, niente paura, si tratta solo di una semplice lettera spedita dalla consigliera Eutalia Esposito al Presidente del consiglio comunale stabiese, Vincenzo Ungaro, una lettera peraltro ancora in viaggio per comunicargli che, a causa dei suoi gravosi impegni professionali, una decisione che, a volerla sintetizzare, recita: “Mi trovo costretta ad annunciare che, con il grande malincuore dettato dalla mia sensibilità istituzionale, non potrò più partecipare alle riunioni delle Commissioni di cui faccio parte”. E sin qui sarebbe stato tutto normale, due righe dattiloscritte  e il Presidente Ungaro avrebbe sicuramente preso buona nota delle difficoltà oggettive, addotte dalla celebre professionista stabiese, che rappresenterebbero per chiunque, senza ombra di dubbio, un serio ostacolo al regolare svolgimento del mandato popolare ricevuto dalla dinamica dottoressa attraverso i numerosi consensi conferitogli dagli elettori stabiesi nel corso della tornata elettorale delle comunali del giugno 2018. Resta chiaro che, alla consigliera Esposito, per comunicare questo impedimento sarebbero bastate poche e telegrafiche righe scritte in privato al Presidente Ungaro, e non una lettera recapitata al momento solo alla stampa, anche attraverso whatsapp, considerato che è un soggetto tecnologicamente all’avanguardia, ma scrivere una lunghissima missiva ripercorrendo per larghi tratti il percorso della pandemia può solo significare che, politicamente, stia per partorire una sofferta decisione. Per farla breve, insomma, basterebbe verificare il registro delle effettive presenze della consigliera ai lavori della III commissione, oltre alla sua partecipazione ai consigli comunali, dal 1° Gennaio 2019 al 31 Gennaio 2020 quindi appena 13 mesi tanto per rendersi conto del contributo di idee e progetti che la stessa è stata capace di produrre, nel periodo pre-Covid, per l’amministrazione della città delle acque. Alla luce di tutto ciò bisogna solo prendere atto che le sue presenze si riducono a circa 13 per i lavori di una commissione che, in realtà, ne ha effettivamente svolte circa una 60ina fino al 31 Gennaio scorso, mentre si registra una sola presenza su 28 sedute per la commissione statuto e scarseggia il numero dei consigli comunali, appena 11 su 15, che hanno avuto il piacere di registrarne sia la presenza che il contributo in aula. A questo punto nasce spontanea la domanda: Ma per quale motivo la dottoressa ha voluto scrivere quella lunga missiva, quasi alla stregua di un probabile assessore alla sanità regionale in pectore, per comunicare la sua scelta di continuare a comportarsi, in relazione alla partecipazione alle sedute della III commissione, così come aveva scelto di atteggiarsi, nel periodo antecedente lo scoppio della pandemia? Questo noi non lo sappiamo ma, considerata la sofferenza di sedere tra i banchi delle opposizioni, nella convinzione che “il potere logora chi non ce l’ha”, abbiamo provato ad immaginare che l’annuncio di non poter più partecipare ai lavori della III commissione costituisca solo un motivo prodromo ad una precisa idea di volersi dimettere da consigliere comunale al fine di consentire allo scalpitante Nino Giordano, il primo dei non eletti alle passate consultazioni comunali, di poter finalmente entrare in Consiglio Comunale per deliziarci del suo fondamentale, indispensabile ed irrinunciabile, contributo al dibattito politico nella sede deputata per eccellenza, ossia nell’aula consiliare dedicata a Falcone e Borsellino. A quando il lieto evento? Ah, saperlo!!!

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