(Red) – Mentre la città delle acque si appresta a salutare l’anno che sta per lasciarci con i cittadini distratti dal cenone di fine anno, i politici indigeni preparano strategie, alleanze e progetti, attraverso l’organizzazione di particolari momenti aggregativi, riunioni organizzate per il tradizionale brindisi di fine anno, e che rappresentano il canovaccio introduttivo al fine di affilare le “armi” in occasione delle prossime consultazioni elettorali che interesseranno la nostra regione “nell’anno che verrà”. Una fibrillazione che rasenta un nervosismo quasi ostentato, da parte dei meno avvezzi a questo mondo, che lascia trasparire un atteggiamento poco politico che spesso, ed in maniera inopportuna, viene fuori da incomprensibili ed infantili post pubblicati sul proprio profilo personale. Atteggiamenti da “supporter di curva nord” più che da politici alla ricerca del dialogo, del confronto e della mediazione che rappresentano il vero bagaglio qualitativo di chi intende la politica un servizio da svolgere nell’interesse ed a tutela del bene comune. La politica, quella vera, ricerca e trova le soluzioni ai problemi dei cittadini ed infine li risolve nell’interesse ed a garanzia di tutti. I cittadini guardano al politico in maniera attenta, ne monitorano gli atteggiamenti ed i comportamenti sia nel ruolo istituzionale che nella vita privata, e Castellammare che è stata la città dei Gava, di Saul Cosenza, di degli Uberti, di Cecchi, di De Filippo, di Somma, di Di Martino, di Franco D’orsi ed anche di Vozza, solo per citarne alcuni di altissimo profilo politico e personale, e ci perdonino i lettori se putacaso ne fosse sfuggito qualcuno, oggi questa città si ritrova a doversi interfacciare con “politici” per lo più inventati, spesso accidentali e privi dell’indispensabile senso di responsabilità nel delicato ruolo ricoperto, oltre che di cultura e formazione politica, che trasformano questo importante ruolo istituzionale in quello più simile, e/o equivalente, al gestore della classica “bancarella del torrone” che si muove in maniera ipercinetica tra una fiera e una festa di paese nell’alveo del comprensorio vesuviano-sorrentino. I cittadini hanno bisogno di ben altro, vogliono vedere risolti gli annosi problemi che assillano una città, governata per troppi anni da “bande” in cerca di gloria e tanto altro, oggi è l’occasione giusta per poter dar luogo alle aspettative di cittadini vessati e delusi dalla “malapolitica”, e da almeno un anno le cose sembrano aver assunto una piega molto diversa e le opportunità politiche-amministrative, qualsiasi sia il vessillo di appartenenza, sicuramente non mancano ma occorre solo invertire la rotta per navigare secondo una pianificazione seria, perché non basta solo possedere una barca per essere considerato un buon marinaio, per mare il “torrone” è molto difficile poterlo vendere. O no?

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