(Red) – Una polemica bizzarra, e solo per il gusto di metterla in campo, è scoppiata nel fine settimana scorso alla luce dell’annuncio del presidente del consiglio pro-tempore in relazione alla sua piena, oltre che convinta, disponibilità di rimettere nelle mani del proprio gruppo consiliare, della coalizione e del Sindaco, il mandato di presidente dell’assise comunale ricevuto nel 2018. Tanto al fine di poter dar luogo alla necessaria verifica politica che è stata fortemente, e giustamente, caldeggiata da alcuni partiti della coalizione di centrodestra al governo della città.

Ad innescare la sterile polemica è stata una nota, lanciata sui social, di Andrea Di Martino, ex candidato sindaco delle civiche sconfitto al ballottaggio da Cimmino, che ha tentato in tal modo di punzecchiare la maggioranza che, a suo avviso, non avrebbe dovuto mettere in gioco un incarico istituzionale nella verifica politica amministrativa in quanto, sempre secondo la sua strumentale e ristretta visione, questa scelta potrebbe rappresentare un’appetitosa occasione per alimentare la “sfrenata ricerca alla poltrona”, oltre che un atto volto a sminuire il voto espresso dai consiglieri comunali (con particolare riferimento al suo ed a quello di Eutalia Esposito) che avrebbero votato, molto probabilmente, Ungano presidente in “cambio” di un posto in commissione elettorale scippato, in questo modo, proprio ad un componente delle opposizioni con le quali, appena qualche giorno prima, pure avevano concordato il nome del candidato insieme alle altre forze politiche della minoranza. Scelte scellerate? Non lo sappiamo, ma volendo andare a memoria ci sembra di ricordare che, in quella famosa seduta, risultasse assente alla votazione solo il consigliere De Angelis e che pertanto i consiglieri in aula, Sindaco compreso, risultavano presentiVoncordato.ualche giorno prima avevano scippatoiglieri comunali( con particolare riferimento al suo ed a quello di Eutalia)im nel numero di 24. Preso atto quindi che la maggioranza risultava presente in grande spolvero, 16 consiglieri Sindaco compreso, avemmo modo di registrare che, all’esito dello scrutinio, Ungaro conseguì ben18 voti con 6 schede bianche, tra cui quella annunciata dal Sindaco Cimmino. Cosa significa questo alla luce della polemica demartiniana? E’ lapalissiano, significa che “giocando” su due tavoli diversi, la componente di Di Martino composta da ben tre consiglieri comunali, affondò l’accordo con i colleghi delle opposizioni e scelse di votare per Ungaro, non certamente per convinzione, ma al solo fine di dar luogo all’ottenimento di una piccola nomina in commissione elettorale, bruciando in tal modo il nome di Scala che risultava il risultato (bruciato) di un accordo stipulato sulla parola sul “tavolo politico” delle opposizioni. E oggi che cosa accade? Accade che Di Martino, dando prova di memoria corta, dimentico delle polemiche che scoppiarono in seno alle opposizioni, prova pure a dare lezioni di etica politica proprio quando Italia Viva, i suoi nuovi riferimenti nazionali, ha affossato il governo Conte al solo fine, e nel tentativo, di poter strappare poltrone più importanti, di quelle che contano, in un momento così difficile e delicato per l’intero paese oltre che per i cittadini italiani tutti. E chest’è!!!

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