(red) – Cerbero (gr. Κέρβερος) Favoloso cane della mitologia greca, custode dell’entrata dell’Ade. Compare per la prima volta nella Teogonia esiodea, dove è detto figlio di Tifone e di Echidna, fratello dell’Idra di Lerna fornito di 50 teste (poi comunemente tre). La descrizione del suo orribile aspetto è presente anche nell’Eneide di Virgilio e nelle Metamorfosi di Ovidio. Fu trascinato una volta sulla Terra da Eracle. Nel culto, l’elemento rituale più connesso con Cerbero era la focaccia di miele che si dava ai morti perché la offrissero al portiere dell’Ade. Dante fa di Cerbero una fiera mostruosa e sozza che vigila sui golosi del 3° cerchio dell’Inferno e li tortura. (Treccani Cit.)
L’ultima e più faticosa impresa di Ercole fu la cattura di Cerbero, l’enorme cane a tre teste che custodiva l’accesso al regno dei morti. Dopo essersi purificato presso il santuario di Eleusi, Ercole scese negli Inferi presso capo Tenaro, in Laconia, guidato da Atena ed Ermes. Attraversato lo Stige con il traghettatore Caronte, Ercole incontrò l’eroe defunto Meleagro che gli narrò la bellezza della sorella Deianira: l’eroe promise di sposarla. Liberò Teseo, imprigionato per aver tentato di rapire Persefone, poi giunse al cospetto di Ade che gli diede il permesso di portare Cerbero a Micene, purché lo catturasse senza usare alcuna arma. Afferrandolo per la gola, Ercole riuscì a domare il terribile mostro e portarlo così a Micene, dove Euristeo già da tempo si era nascosto terrorizzato nella sua giara. Dimostrato il successo dell’impresa, come promesso, l’eroe riportò il mastino al suo compito, nell’Ade.


Abbiamo tentato di provare a capire il motivo per il quale gli inquirenti, a suo tempo, abbiano voluto dare questo nome all’inchiesta in epigrafe. Pertanto, al fine di dare una risposta più esaustiva, si potrebbe agevolmente immaginare che le tre teste, del succitato animale mitologico, stiano a rappresentare le tre componenti della comunità stabiese che avrebbero negativamente, ed in maniera nefasta, influito per decenni nella gestione della cosa pubblica stabiese. E se la prima testa dovrebbe rappresentare la camorra e la seconda quella parte politica più intraprendente e corrotta, la terza testa chi dovrebbe rappresentare? Forse quel “mondo di mezzo” attraverso il quale si è creata quella funesta “rete” di rapporti insulsi e fortemente condizionanti? E i serpenti, costituenti la corazza dell’animale e deputata a difenderne il corpo, chi rappresenterebbero nel caso di specie? Preso atto che il “Teseo” da liberare rappresenti la città di Castellammare, individuati i primi due protagonisti, ossia quelli del mondo della camorra e della politica corrotta, a quando le notizie riguardanti i protagonisti del misterioso “mondo di mezzo”? Anche perché, considerando quello che va emergendo solo ora, lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche realizzato in via preventiva va ascritto certamente al risultato emerso in queste inchieste che, per fortuna, sono state avviate convintamente a margine dell’efferato delitto di Gino Tommasino, giustamente rivendicate e sostenute dalla famiglia dell’ex-consigliere comunale
barbaramente trucidato dalla camorra stabiese.

About The Author redstabiapolis

comments (0)

Your email address will not be published.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>