(Red) – L’Amministrazione Cimmino, in prossimità dei festeggiamenti per il secondo compleanno alla guida della città, ha deciso di dare un importante segnale di #CambioPasso alla città che fu di di Viviani e Denza attraverso la decisione di dare un volto, ed un apprezzamento diverso, ad una comunità ormai da sempre considerata industriale e mai valorizzata, a nostro avviso, per quella che rappresenta la sua naturale vocazione, ossia meta turistica e culturale. Per troppi anni, Castellammare, è stata estromessa dai “Circuiti turistici e Culturali” della Regione Campania che, attraverso “Bassoliniane” teorie, non è mai riuscita a valorizzare i propri tesori naturali e culturali riuscendo, dopo reiterati e beceri tentativi, a distruggere anche l’incommensurabile patrimonio termale ed immobiliare. L’istituzione della tassa di soggiorno rappresenta, secondo chi è impegnato in trincea per valorizzare Castellammare, un primo passo al fine di costruire, in sinergia con le Associazioni del settore responsabili, una diversa accoglienza e l’istituzione di servizi che, insieme ad un adeguato piano di mobilità che manca ormai da ben 30 anni, potrebbero elevare il livello della qualità della vita dei residenti e degli ospiti riqualificando un ambiente che, da troppi anni, si culla ormai sull’assistenzialismo e sull’improvvisazione. Per questo motivo abbiamo deciso di riprendere, pubblicandolo, un articolo illustrativo sulla questione della tassa di soggiorno nel tentativo di capire, insieme ai nostri lettori, di cosa si tratta ed a che cosa serve l’istituendo tributo previsto nel bilancio di previsione 2020.

(Tratto da Una Legge per tutti) – “In alcune località, gli alberghi richiedono il pagamento della tassa di soggiorno: breve guida per sapere di cosa si tratta.

Dal 2011 i Comuni hanno la possibilità di far pagare a coloro che alloggiano nelle strutture alberghiere, nei B&B, agriturismi, residenze turistiche, affittacamere e, più in generale, nelle strutture ricettive presenti nel proprio territorio la cosiddetta tassa di soggiorno [1]. È bene sottolineare che i Comuni hanno la facoltà e non l’obbligo di stabilire questa tassa che, pertanto, è presente solo in alcune città e in alcune località turistiche.

Come si calcola

La tassa di soggiorno non può avere un valore superiore a 5 euro per ogni giorno di pernottamento [2]. All’interno di questo valore limite, i Comuni hanno la possibilità di stabilire, con regolamenti propri, i criteri da seguire per fisare gli importi da pagare. Le soluzioni più frequenti sono le seguenti:

– il valore della tassa è proporzionato alla tipologia di struttura (ad esempio, in un B&B si paga un importo diverso rispetto a un albergo o a un affittacamere);

– il valore della tassa è proporzionato alle fasce di prezzo praticate dalle strutture;

– il valore della tassa è proporzionato alla qualità delle strutture (ad esempio: in un albergo 2 stelle si paga 2 euro, in un 4 stelle 3,5 euro, in un 5 stelle 4 euro);

– il valore della tassa è uguale per tutte le strutture.

Alcuni regolamenti comunali hanno fissato il numero massimo di giorni per i quali bisogna pagare la tassa (si pensi al caso in cui l’amministrazione comunale ha stabilito che la tassa di soggiorno si paga solo per i primi 10 giorni, indipendentemente dal numero effettivo di giorni di pernottamento del turista nella struttura), così come si trova una certa varietà per quanto riguarda le esenzioni e le riduzioni: si pensi ai minori di 10 anni, ai portatori di handicap, agli over 65.

In linea generale, ipotizziamo che un turista si fermi per 15 giorni (15 pernottamenti) in una struttura alberghiera per la quale il Comune ha fissato una tassa di soggiorno di 3 euro. Il turista andrebbe a pagare 45 euro di tassa di soggiorno.

 Come si paga

La tassa di soggiorno si paga direttamente all’albergatore, che poi provvede a versarla al Comune. L’albergatore deve rilasciare regolare quietanza al proprio ospite e comunicare periodicamente all’amministrazione comunale il numero di pernottamenti e gli importi corrispondenti incassati.

 A cosa serve

Le risorse derivanti dalla tassa di soggiorno dovranno essere destinate a finanziare tutti gli interventi finalizzati a migliorare l’offerta turistica: e quindi al sostegno alle strutture private, alla manutenzione delle strutture pubbliche, all’utilizzo e recupero dei beni culturali ed ambientali, al miglioramento dei servizi pubblici locali.”

https://it.wikipedia.org/wiki/Imposta_di_soggiorno

CAMPANIA
     
Napoli Ada 1 euro a 5 euro (extra lusso)

gratis fino a 18 anni Esenzioni
– dal 10° giorno
– i pazienti che devono effettuare trattamenti sanitari
– coloro che assistono i degenti ricoverati
– i genitori che accompagnano i minori di anni 18 malati;
Sorrento e penisola sorrentina (NA) da 1 euro a 1,50 euro

gratis fino a 18 anni  
Tassa di sbarco (sostituisce quella di soggiorno) Capri e Anacapri 1,50 euro a persona   L’imposta di sbarco sarà riscossa dalle Compagnie di navigazione e dagli altri Vettori pubblici e privati.
Ischia  da 1 euro a 1,50 euro  gratis fino a 18 anni  
Maiori da 1 euro a 2 euro gratis fino a 10 anni Esenzioni:
– Gli autisti e/o accompagnatori per gruppi costuituiti da almeno 25 paganti
– Gli studenti
Ravello da 1 euro a 4 euro gratis fino a 16 anni Esenzioni
– i diversamente abili che dovranno esibire al gestore idonea documentazione;
– gli autisti di pullman e gli accompagnatori turistici che prestano attività di assistenza a gruppi organizzati dalle agenzie di viaggi e turismo.
– l’esenzione si applica per ogni autista di pullman e per un accompagnatore turistico ogni 20 partecipanti;
– l’imposta non dovrà essere corrisposta dopo il 7° giorno di soggiorno

Salerno da 2 a 3 euro

gratis fino a 12 anni Esenzioni:
– i diversamente abili che dovranno esibire al gestore idonea documentazione;
– gli autisti di pullman e gli accompagnatori turistici che prestano attività di assistenza a gruppi organizzati dalle agenzie di viaggi e turismo.
– l’esenzione si applica per ogni autista di pullman e per un accompagnatore turistico.

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