(Carlo Carrillo) – Correva l’anno di grazia 2012, e da poco era arrivata la primavera mentre l’amministrazione che governava la città, in quel preciso periodo storico, iniziò in quei giorni ad incardinare un nuovo tavolo politico sulla velenosa “questione Cirio”. Tanto fu attivato nel tentativo di portare a buon fine una operazione che, a quei tempi, prevedeva la mastodontica realizzazione di circa cinquemila vani. Orbene, la nostra componente politica, che militava al tempo nel PDL, non esitò nemmeno un attimo ad intraprendere una vera e propria crociata politica affinché quel progetto non avesse a realizzarsi in quanto, a nostro avviso, non sussistevano né le condizioni tecniche amministrative né, tantomeno, i presupposti politici. Della nostra posizione politica, assunta alla luce del sole, esistono tracce ben evidenti al punto che, per convincere il “capomastro” di allora a recedere da questa decisione, fummo costretti a comprare una pagina della testata giornalistica Metropolis al fine di veicolare il nostro documento attestante, in maniera chiara ed inequivocabile, la nostra decisa posizione politica portandola, in tal modo, a conoscenza di tutta la cittadinanza stabiese. Quanto in premessa è solo per evitare che, qualche ipocrita moralista della domenica, possa discettare in maniera strumentale sulla convinzione che, alla luce di qualche fascicolo a(fferente la kilometrica ordinanza) sbadatamente smarrito per strada, ho potuto maturare in seguito anche alla lettura di centinaia di “siringhe” inoculate a vanvera ed indirizzate esclusivamente in un’unica direzione “partitica” al fine di ricavarne, molto probabilmente, solo vantaggi di tipo elettoralistico. A quanto mi sembra di aver capito, le indagini sui politici impelagati in questa torbida vicenda avrebbero preso il via a seguito di intercettazioni di colloqui che il principale imputato, Adolfo Greco, avrebbe avuto con tantissimi interlocutori nel corso delle indagini partite nell’autunno dell’anno 2013. Nel corso di quelle intercettazioni, a carico di Adolfo Greco, sarebbero emersi fatti penalmente perseguibili a carico di politici, tecnici ed amministratori, che avrebbero creato le condizioni ottimali affinché la “Polgre Europa 2000 s.r.l.” potesse ottenere il permesso a costruire avente oggetto la riconversione del complesso produttivo dismesso degli impianti industriali “Ex Cirio” in Castellammare di Stabia alla via Napoli Traversa Mele. Ovvero, Greco avrebbe affermato, ad interlocutori occasionali attraverso il telefono, di aver regalato un prezioso orologio d’oro, marca Rolex, ad Antonio Pentangelo, in occasione del suo 50esimo compleanno, di aver elargito un contributo di 10.000 euro a Luigi Cesaro ed, infine, di aver interloquito con il proprietario di alcuni locali, siti in piazza Borsa a Napoli, al fine di convincerlo a fittare questi immobili al partito di Forza Italia previo il pagamento mensile di un fitto di circa 3.000 euro, un prezzo molto inferiore a quello del valore di mercato. Inoltre, sempre secondo quanto si apprende dalle sintesi riportate dalla stampa, avrebbe anche incontrato il potentissimo consigliere regionale del P,D., Mario Casillo, in compagnia di un suo importante referente stabiese, al fine di convincerlo a ritirare i circa 600 emendamenti presentati dalle opposizioni in consiglio regionale previo l’impegno ad ottemperare, su richiesta degli interlocutori, alla scelta consistente nell’incarico da conferire ad una ditta che avrebbe dovuto curare l’impiantistica elettrica dell’intero nascituro nuovo complesso, costituito come ormai arcinoto da circa 400 appartamenti e numerosi immobili commerciali. E dato per rato che, non trattandosi di dichiarazioni spontanee dirette rese dall’ imputato Greco, attualmente in regime di detenzione, ma esclusivamente di intercettazioni, il Gip ha ritenuto di accogliere la desiderata formulata dal P.M. ed ha infatti confermato, per l’On Pentangelo ed il Sen. Cesaro, la richiesta di sussistenza di esigenze cautelari mentre, per gli altri politici coinvolti nella vicenda, è rimasta semplicemente in piedi la posizione di semplici indagati, ossia la posizione che rivestivano prima dell’uscita della 41/2020. A questo punto sovviene naturale chiedersi: Ma per quale motivo sono state irrogate queste restrizioni cautelari dopo ben sette anni di indagini considerando che non esistono pericoli di fuga, preso atto che la situazione è cristallizzata e ben definita, che non esiste alcun pericolo di inquinamento delle prove, constatato che si tratta di persone che non hanno precedenti penali, sarebbe curioso sapere per quale ragione sia stato assunto un atteggiamento così duro solo nei riguardi di questi ultimi, non vi sembra? Per quanto attiene poi, gli indagati del P.D., è quantomeno lecito chiedersi se la contropartita richiesta non costituisca un grave reato, riflesso che assomiglia molto di più ad una “esigenza di tipo ambientale” che ad un “traffico d’influenza”, tra l’altro molto pericoloso visto i tempi che corrono? Due pesi e due misure, e visto che le consultazioni elettorali avrebbero dovute tenersi a fine maggio, prendendo a prestito una frase pronunciata da uno scafato ed astuto politico della prima Repubblica si potrebbe ben affermare che:”Pensar male è peccato, ma molto spesso ci si azzecca”.

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